Talvolta può capitare che la comoda utility GNOME disks non si avvi.
Per controllare il tipo di errore conviene avviare il tool da terminale. L’applicazione che è visualizzata in GNOME come Disks e che in genere è presente nel pacchetto gnome-disk-utility si avvia da terminale con
$ sudo gnome-disks
se l’errore visualizzato è Error getting udisks client
sudo systemctl restart udisks2.service
lo status del servizio udisk con systemd
# sudo systemctl status udisks2.service● udisks2.service - Disk Manager
Loaded: loaded (/usr/lib/systemd/system/udisks2.service; enabled; vendor preset: enabled)
Active: active (running) since Sun 2022-04-10 23:36:52 CEST; 38min ago
Docs: man:udisks(8)
Main PID: 6312 (udisksd)
Tasks: 5 (limit: 18421) Memory: 3.1M
CPU: 192ms
CGroup: /system.slice/udisks2.service
└─6312 /usr/libexec/udisks2/udisksd
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box systemd[1]: Stopped Disk Manager.
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box systemd[1]: Starting Disk Manager...
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box udisksd[6312]: udisks daemon version 2.9.4 starting
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box systemd[1]: Started Disk Manager.
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box udisksd[6312]: Cleaning up mount point /run/media/maurizio/Volume (device 8:5 is not mounted)
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box udisksd[6312]: Cleaning up mount point /run/media/maurizio/62D8A527D8A4FA85 (device 8:4 is not mounted)
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box udisksd[6312]: Acquired the name org.freedesktop.UDisks2 on the system message bus
In genere in linux per controllare lo stato di salute di un hard disco o di una unità ssd si utilizza il pacchetto smartmontools ( GUI:GSmartControl ). In questo modo è possibile accedere agli attributi S.M.A.R.T. ( Self Monitoring Analysis and Reporting Technology ) e conoscere warning critici, integrità del disco, vita del disco ( ore di esercizio, power cycles) , … Teoricamente sarebbe possibile conoscere con 24 ore di anticipo la “rottura/morte” del disco …
Se si utilizzano le nuove unità SSD di tipo NVME che utilizzano interfaccia pci express, invece della tradizionale SATA, smartmontools non consente di accedere alle informazioni SMART ed è necessario utilizzare strumenti alternativi. In questo caso ci viene in soccorso il tool open source nvme, package nvme-cli, che consente di accedere ai dati SMART proprio nelle unità di tipo NVME
Installare nvme-cli
In debian e derivative con package manager apt per installare il pacchetto di nvme digitare da terminale al solito:
sudo apt install nvme-cli
In fedora e derivative red hat installare il pacchetto nvme-cli con :
sudo dnf install nvme-cli
In manjaro per installare il pacchetto nvme-cli digitare da terminale:
sudo pacman -S nvme-cli
Utilizzare il tool nvme
Il comando base del pacchetto nvme-cli usato per conoscere lo stato di salute del disco nvme è
maurizio@pop-os:~$ sudo nvme smart-log /dev/nvme0
Smart Log for NVME device:nvme0 namespace-id:ffffffff
critical_warning : 0
temperature : 25 C
available_spare : 100%
available_spare_threshold : 10%
percentage_used : 1%
endurance group critical warning summary: 0
data_units_read : 11,379,946
data_units_written : 11,882,687
host_read_commands : 205,572,397
host_write_commands : 288,362,077
controller_busy_time : 5,489
power_cycles : 975
power_on_hours : 5,414
unsafe_shutdowns : 126
media_errors : 0
num_err_log_entries : 0
Warning Temperature Time : 0
Critical Composite Temperature Time : 0
Thermal Management T1 Trans Count : 0
Thermal Management T2 Trans Count : 0
Thermal Management T1 Total Time : 0
Thermal Management T2 Total Time : 0
In questo caso possiamo dire che il disco si presenta in buona salute: – nessun error critico, – nessun err_log_entries – dati di utilizzo data_units_ e host_ xxx_commands coerenti
temperatura dell’unità NVMe SSD Gli attributi SMART consentono di visualizzare anche la temperatura dell’unità NVMe SSD che nella lista precedente è: temperature : 25 C
un comando su singola linea per accedere ai dati sulla temperatura potrebbe essere
maurizio@pop-os:~$ sudo nvme smart-log /dev/nvme0 | grep -i '^temperature' temperature : 26 C
L’elenco dei dati di temperatura visualizzati può variare e varia a seconda dell’unità NVMe analizzata. Queste le temperature mostrate da un WD SN750 SE da 1TB.
[maurizio@fedora ~]$ sudo nvme smart-log /dev/nvme0 | grep -i '^temperature'
temperature : 27 C
Temperature Sensor 1 : 42 C
Temperature Sensor 2 : 27 C
NVME Calcolare i terabyte scritti (TBW)
Uno dei parametri critici dei dischi NVME sono i cicli di scrittura sulle celle di memoria tant’è che la garanzia viene legata a questo dato. Ad esempio questo intel 660p con una garanzia temporale di 5 anni ha però anche una garanzia sui dati scritti di 200TBW ( terabyte write ). Quindi se prima dei 5 anni si scrivono più di 200TB di dati la garanzia decate automaticamente. Grazie agli attributi SMART è possibile calcolare i terabyte scritti nel ciclo di vita del disco NVME. In questo caso è l’attributo data_units_written ( 11,882,687 ) quello che viene in aiuto.
Considerando che il settore è di 512 byte Il parametro visualizza un numero di unità di 1000 * 512-byte ( sector -size ). Quindi per aver i byte totali dobbiamo moltiplicare per 512000. E per avere i TB dobbiamo dividere per 1 TB = 1.099.511.627.776
Questo 660p intel con memorie QLC e che ha una garanzia di 200 TBW (terabyte scritti) nei suoi 3 anni di vita ha scritto meno di 6TB di questo passo potrebbe durare ben più di 10 anni … Però forse si dovrebbe anche dire che ad oggi questa unità non ha lavorato molto: 6TB sono circa 3GB al giorno invece dei 15/35GB attesi per un pc da ufficio.
Quanti GBW può scrivere al giorno il nostro NtVME per non invalidare la garanzia ?
Considerata la garanzia TBW risulta utile calcolare quanti GBW possono essere scritti in media al giorno dalla nostra unità NVME per non invalidare la garanzia del produttore. Il calcolo delle scritture su drive per giorno (DWPD) utilizza la specifica dei Byte totali scritti (TBW) il numero di anni della garanzia o un diverso numero di anni a scelta e la capacità del disco in GB.
scritture su drive per giorno = TBW SSD * 1000 / 365 * Numero di anni * Capacità Drive SSD in GB
nel nostro caso
200 * 1000 / 365 * 5 * 500 GB = 0.22
cioè per 5 anni è possibile scrivere ogni giorno in media il 22% della capacità del disco NVME senza invalidare la garanzia sui dati scritti in GB
22% di 500 = 110 GB
In altre parole è possibile scrivere in media 110GB al giorno per 5 anni senza invalidare la garanzia sui dati scritti dell’unità di memorizzazione SSD. Quindi se si supera l’attività di scrittura di 110 GB al giorno la garanzia sui dati verrà superata prima di quella temporale. Se l’unità in esame in 3 anni ha scritto 6TB ciò sta a significare che in media sono stati scritti 5GB al giorno. Come detto ha lavorato poco e poi aggiungo che per non affaticare i dischi meglio non lesinare nella memoria RAM: in linux decisamente salutare.
Comando nvme
Il comando nvme ha molte opzioni disponibili. Una delle più utili è senz’altro quella che consente di elencare le unità NVME
sudo nvme list
Altro comando per ulteriori informazioni sull’unità nvme
In caso di vendita o smaltimento del unità NVMe è necessario procedere ad una cancellazione sicura dell’unità. Per cancellare in modo sicuro l’unità SSD NVMe il tool nvme mette a disposizione l’opzione sanitize.
Attenzione il comando non è reversibile
Come “tradizione” il rilascio di una nuova versione di debian in questo caso la 11 bullseye ad agosto 2021 ha comportato l’inizio della gestazione della nuova versione la 12 codename bookworm. Per la bookworm non è prevista una data di rilascio tuttavia guardando al recente passato la gestazione potrebbe essere di un paio d’anni. In questo periodo come sempre la futura distribuzione stable nel suo stato di test sarà identificata dal nome di “versione” testing.
Inevitabilmente la versione testing può mostrare problematiche e instabilità che sono meno riscontrabili nella debian stable. Un problema è quello delle dipendenze dei pacchetti che potrebbe bloccare l’aggiornamento del sistema ad es:
... ... Some packages could not be installed. This may mean that you have
requested an impossible situation or if you are using the unstable
distribution that some required packages have no t yet been created
or been moved out of Incoming.
The following information may help to resolve the situation:
The following packages have unmet dependencies:
libwacom9 : Depends: libwacom-common (= 2.1.0-2) but 1.12-1 is to be installed
E: Broken packages
#
In queste situazioni viene in soccorso la comoda opzione dist-upgrade di apt .
sudo apt dist-upgrade
A differenza di apt upgrade che aggiorna tutti i pacchetti all’ultima versione disponibile a patto che non dipenda da un pacchetto non installato apt dist-upgrade aggiorna risolvendo le dipendenze e installando il pacchetto che non era installato. L’errore evidenziato viene pertanto risolto con
# apt dist-upgrade
root@maurizio-minipcpn50:/home/maurizio# apt dist-upgrade
Reading package lists... Done
Building dependency tree... Done
Reading state information... Done
Calculating upgrade... Done
The following NEW packages will be installed:
exfatprogs fcitx-module-quickphrase-editor5 gcc-12-base
...
...
E’ bene precisare che questo soluzione potrebbe portare ad un sistema un po’ meno “stable” un po’ meno pulito. Ma visto che si sta usando la testing questa è una situazione un po’ inevitabile.
Fedora 35 pur avendo una capacità più che buona di riconoscimento di dongle USB per il DVB-T come l’ AverTV Volar Green HD non ha nei repository ufficiali i classici software per la visione dei canali del digitale terrestre come ad esempio vlc. Fedora utilizza infatti criteri piuttosto stringenti sul software che può essere inserito nei repository ufficiali.
Repository RPM Fusion
Per risolvere non resta che aggiungere il repositoryRPM Fusion. Il repository RPM Fusion è suddiviso in due sezioni. Il repository free che contiene pacchetti Open Source e il repository nonfree con pacchetti redistribuibili ma non open source o non gratuiti per ragioni commerciali.
Nel nostro caso per avere a disposizione vlc è sufficiente aggiungere il repository RPM Fusion free con il comando:
Una volta aggiunto RPM Fusion per installare vlc si può utilizzare il comando:
sudo dnf install vlc
Per consentire a vlc di visualizzare i canali del digitale terrestre è necessario creare lo specifico file di con l’elenco dei canali utilizzando w_scan;
Installare w_scan con
sudo dnf install w_scan
Creare l’elenco dei canali per vlc si può utilizzare un comando del tipo
w_scan -X -ft -c IT -E 0 -t 2 > channels.conf
Oer dettagli su w_scan fare riferimento al post di seguito
Per visualizzare i canali in vlc aprire il file channels.conf dal menu Media>Open File quindi accedere alla play list dei canali con View>Play list
si possono vedere i canali del digitale terrestre anche on mpv ( programma basico ) e kaffeine
Nota:
La procedura per l’installazione dei repository è riportata nella https://rpmfusion.org/Configuration dove viene indicato anche come installare il repository sfruttando solo applicazioni ad interfaccia grafica.
Dongle AVerMedia: AverTV Volar Green HD
Per quanto attiene il dongle AverMedia si possono utilizzare i seguenti comandi per controllare il corretto riconosciumento:
lsusb
~]$ lsusb
...
Bus 001 Device 004: ID 07ca:a835 AVerMedia Technologies, Inc. A835 Bus 001 Device 007: ID 046d:c52b Logitech, Inc. Unifying Receiver
...
La periferica è riconosciuta.
Il dispositivo risulta pure impostato. Possiamo controllare con ls /dev/dvb e dmesg | grep dvb.
~]$ ls -l /dev/dvb/* total 0 crw-rw----+ 1 root video 212, 0 Jan 23 14:32 demux0 crw-rw----+ 1 root video 212, 1 Jan 23 14:32 dvr0 crw-rw----+ 1 root video 212, 3 Jan 23 14:32 frontend0 crw-rw----+ 1 root video 212, 2 Jan 23 14:32 net0
Controlliamo cosa avviene più in dettaglio con dmesg | grep dvb
~]$ dmesg | grep dvb
dmesg | grep dvb [ 5.628358] dvb_usb_af9035 1-1.2:1.0: prechip_version=00 chip_version=03 chip_type=3802 [ 5.648904] usb 1-1.2: dvb_usb_v2: found a 'AVerMedia AVerTV Volar HD/PRO (A835)' in warm state [ 5.652586] usb 1-1.2: dvb_usb_v2: will pass the complete MPEG2 transport stream to the software demuxer [ 5.656861] dvbdev: DVB: registering new adapter (AVerMedia AVerTV Volar HD/PRO (A835)) [ 5.663231] dvbdev: dvb_create_media_entity: media entity 'dvb-demux' registered. [ 5.706894] dvbdev: dvb_create_media_entity: media entity 'Afatech AF9033 (DVB-T)' registered. [ 5.778973] rc rc0: lirc_dev: driver dvb_usb_af9035 registered at minor = 0, scancode receiver, no transmitter [ 5.804224] usb 1-1.2: dvb_usb_v2: schedule remote query interval to 500 msecs [ 5.807126] usb 1-1.2: dvb_usb_v2: 'AVerMedia AVerTV Volar HD/PRO (A835)' successfully initialized and connected [ 5.814781] usbcore: registered new interface driver dvb_usb_af9035
~]$ journalctl -b --no-pager | grep dvb_usb l: dvb_usb_af9035 1-1.2:1.0: prechip_version=00 chip_version=03 chip_type=3802 Feb 05 14:32:45 fedora kernel: usb 1-1.2: dvb_usb_v2: found a 'AVerMedia AVerTV Volar HD/PRO (A835)' in warm state Feb 05 14:32:45 fedora kernel: usb 1-1.2: dvb_usb_v2: will pass the complete MPEG2 transport stream to the software demuxer Feb 05 14:32:45 fedora kernel: rc rc0: lirc_dev: driver dvb_usb_af9035 registered at minor = 0, scancode receiver, no transmitter Feb 05 14:32:45 fedora kernel: usb 1-1.2: dvb_usb_v2: schedule remote query interval to 500 msecs Feb 05 14:32:45 fedora kernel: usb 1-1.2: dvb_usb_v2: 'AVerMedia AVerTV Volar HD/PRO (A835)' successfully initialized and connected Feb 05 14:32:45 fedora kernel: usbcore: registered new interface driver dvb_usb_af9035
Talvolta in Gnome capita che il bluetooth passi a off e non ci sia verso utilizzando l’interfaccia grafica di renderlo attivo ( enabled )
Per risolvere non resta che agire a livello di terminale. La prima cosa da fare è controllare lo stato del servizio bluetooth
sudo systemctl status bluetooth.service
sudo systemctl status bluetooth.service
○ bluetooth.service - Bluetooth service
Loaded: loaded (/lib/systemd/system/bluetooth.service; enabled; vendor pre>
Active: inactive (dead) since Thu 2022-02-03 21:07:52 CET; 3min 3s ago
Docs: man:bluetoothd(8)
Process: 736 ExecStart=/usr/libexec/bluetooth/bluetoothd (code=exited, stat>
Main PID: 736 (code=exited, status=0/SUCCESS)
Status: "Running"
CPU: 266ms
...
come si può osservare alla riga “Active:” si legge chiaramente che il servizio èinactive (dead) si può avere “Active: “failed
sudo systemctl status bluetooth.service
○ bluetooth.service - Bluetooth service
Loaded: loaded (/lib/systemd/system/bluetooth.service; enabled; vendor pre>
Active: failed (Result= signal) since Thu 2022-02-03 23:07:17 CET; 1h 30s ago
Docs: man:bluetoothd(8)
Main PID: 14010 (code=killed, signal=SEGV)
Status: "Running"
CPU: 67ms
...
per risolvere non resta che riabilitare il servizio con i comandi tipici del demone systemd. systemd è oramai in quasi tutte le distribuzioni il controllore dei servizi e del sistema che in precedenza erano gestiti dal demone init ( SystemV init o SysV init). Per dettagli sul demone systemd fare riferimento al post:
Per risolvere possiamo usare il comando restart
sudo systemctl restart bluetooth.service
possiamo controllare lo stato del servizio ancora una volta con status
sudo systemctl status bluetooth.service
○ bluetooth.service - Bluetooth service
Loaded: loaded (/lib/systemd/system/bluetooth.service; enabled; vendor pre>
Active: active (running) since Thu 2022-02-03 21:23:14 CET; 9s ago
Docs: man:bluetoothd(8)
Main PID: 14078 (bluetoothd)
Status: "Running"
Tasks: 1 (limit: 37729)
Memory: 1.0M
CPU: 33ms
CGroup: /system.slice/bluetooth.service
└─14078 /usr/libexec/bluetooth/bluetoothd
...
Adesso anche in Gnome Setting si potrà osservare il bluetooth attivo.
Bluetooth – Pipewire
A proposito di Bluetooth sono attese modifiche a breve in molte distribuzioni grazie all'adozione del nuovo server audio PipeWire destinato a subentrare al server PulseAudio. Fedora 35 che è avanti in questo processo offre la possibilità di scegliere il codec bluetooth preferito. Adesso con i protoccoli 5.1 e 5.2 sono disponibili Cuffie bluetooth con bassa latenza intorno a 50ms che possono essere usate abbastanza comodamente da un organista per suonare Grandorgue ( gli organi reali con trasmissione elettrica possono avere latenza anche di 100ms).
Fedora 35
Come si può vedere in Output Device sono disponibili per il protocollo A2DP i codec SBC ( standard ) e quello AAC
Proxmox, derivativa debian open source, è una piattaforma di virtualizzazione che consente di gestire efficacemente Virtual Machine (VM), LXC Container (CT)… Per la gestione dello spazio disco proxmox inevitabilmente utilizza LVM che è una tecnologia di allocazione dei volumi che consente di estendere o ridurre dinamicamente le “partizioni” a seguito di aggiunta o riduzione di dischi (Physical Volumes (PV)).
Per elencare la situazione lvm dell’installazione proxmox nell’immagine possiamo usare i
seguenti comandi:
root@pve:~# pvs
PV VG Fmt Attr PSize PFree
/dev/sda3 pve lvm2 a-- <232.33g <44.33g
root@pve:~# vgs
VG #PV #LV #SN Attr VSize VFree
pve 1 9 0 wz--n- <232.33g <44.33g
root@pve:~# lvs
LV VG Attr LSize Pool Origin Data% Meta% Move Log Cpy%Sync Convert
data pve twi-aotz-- 151.00g 12.59 2.52
root pve -wi-ao---- 28.00g
swap pve -wi-ao---- 7.00g
vm-100-disk-0 pve Vwi-aotz-- 4.00m data 0.00
vm-100-disk-1 pve Vwi-aotz-- 32.00g data 23.35
vm-101-disk-0 pve Vwi-aotz-- 16.00g data 41.73
vm-110-disk-0 pve Vwi-aotz-- 18.00g data 7.55
vm-111-disk-0 pve Vwi-aotz-- 16.00g data 10.31
vm-121-disk-0 pve Vwi-aotz-- 8.00g data 23.22
Sono presenti 3 virtual Machine (VM) e 3 Containter (CT) e conseguentemente avremo 6 volumi logici ("dischi virtuali").
Per ridimensionare lo spazio disco di una VM o di un CT una volta che sono stati creati sono disponibili i comandi lvresize oppure lvextend/lvreduce. Questi comandi possono essere utilizzati senza la necessità di fermare le macchine virtuali. Ovviamente quando si riducono i volumi bisogna prestare molta attenzione.
Espandere di 10GB con lvresize il logical volume vm-110-disk-0 (CT)
root@pve:~# lvresize --size +10G /dev/pve/vm-110-disk-0
Size of logical volume pve/vm-110-disk-0 changed from 8.00 GiB (2048 extents) to 18.00 GiB (4608 extents).
Logical volume pve/vm-110-disk-0 successfully resized.
Ridurre di 10GB sempre con lvresize il logical volume vm-110-disk-0 (CT) appena espanso
root@pve:~# lvresize --size -10G /dev/pve/vm-110-disk-0
WARNING: Reducing active and open logical volume to 8.00 GiB.
THIS MAY DESTROY YOUR DATA (filesystem etc.)
Do you really want to reduce pve/vm-110-disk-0? [y/n]: y
Size of logical volume pve/vm-110-disk-0 changed from 18.00 GiB (4608 extents) to 8.00 GiB (2048 extents).
Logical volume pve/vm-110-disk-0 successfully resized.
Inevitabile il Warning perchè la riduzione potrebbe comportare la perdità dei dati e la “distruzione” della macchina Virtuale.
Espandere a 18GB con lvextend il logical volume vm-110-disk-0 (CT). In questo caso non si indicano i GiB che vengono aggiunti ma i GB del volume finale del logical volume vm-110-disk-0.
root@pve:~# lvextend -L18G /dev/pve/vm-110-disk-0
Size of logical volume pve/vm-110-disk-0 changed from 8.00 GiB (2048 extents) to 18.00 GiB (4608 extents).
Logical volume pve/vm-110-disk-0 successfully resized.
Ridurre a 8GB con lvreduce il logical volume vm-110-disk-0 (CT) appena espanso. Anche in questo caso non si indicano i GiB che vengono tolti ma i GB del volume finale .
root@pve:~# lvreduce -L8G /dev/pve/vm-110-disk-0
WARNING: Reducing active and open logical volume to 8.00 GiB.
THIS MAY DESTROY YOUR DATA (filesystem etc.)
Do you really want to reduce pve/vm-110-disk-0? [y/n]: y
Size of logical volume pve/vm-110-disk-0 changed from 18.00 GiB (4608 extents) to 8.00 GiB (2048 extents).
Logical volume pve/vm-110-disk-0 successfully resized.
Samba è un progetto open source per le piattaforme Unix e GNU/linux che fornisce servizi di condivisione di file e stampanti a client SMB/CIFS. Samba consente di ottenere interoperabilità tra Unix, Linux, macOS e Windows. L’attuale versione è la 4.xx.xx. I demoni disponibili nella suite sono: samba (ruolo di Domain Controller), smbd (condivisione dei file e delle stampanti), nmbd: (risoluzione dei nomi del NetBIOS negli indirizzi IP), winbindd (risolve le informazioni su gruppi ed utenti ).
Per installare samba in debian 11 bullseye
~$ sudo apt install samba
Installato samba possiamo controllare che il servizio sia correttamente avviato con
Adesso con il demone attivo sarà possibile utilizzare il servizio di condivisione samba. Per poter accedere alle cartelle condivise è preferibile creare gli utenti samba, impostandone la specifica password.
Creare gli utenti samba
Per aggiungere un utente samba è necessario disporre di un utente locale.
Un utente locale esistente può essere aggiunto al database degli users samba con smbpasswd:
smbpasswd -a username
:~$ sudo smbpasswd -a mira
New SMB password:
Retype new SMB password:
Added user mira.
Se si desidera creare un nuovo utente da usare come user samba si può generare un nuovo utente locale con adduser/useradd impostare la password e poi aggiungerlo a samba ( altre informazioni su Gestire gli users in Linux da terminale ). adduser più intereattivo è ad oggi preferibile.
maurizio@debian11:~$ sudo adduser betta
Adding user `betta' ...
Adding new group `betta' (1001) ..
Adding new user `betta' (1001) with group `betta' ...
Creating home directory `/home/betta' ...
Copying files from `/etc/skel' ...
New password:
Retype new password:
passwd: password updated successfully
Changing the user information for betta
Enter the new value, or press ENTER for the default
Full Name []:
Room Number []:
Work Phone []:
Home Phone []:
Other []:
Is the information correct? [Y/n]
creato il nuovo user impostare la password al solito
maurizio@debian11:~$ sudo passwd betta
New password:
Retype new password:
passwd: password updated successfully
quindi impostare anche la password per samba con il solito
maurizio@debian11:~$ sudo smbpasswd -a betta
New SMB password:
Retype new SMB password:
Added user betta.
samba condividere cartelle
Per gestire le risorse da condividere con samba editare il file di configurazione smb.conf.
sudo nano /etc/samba/smb.conf
La condivisione delle cartelle degli users è già predisposta ed è definita nella sezione [homes] che è ben commentata
:~$ nano /etc/samba/smb.conf
...
[homes]
comment = Home Directories
browseable = no
# By default, the home directories are exported read-only. Change the
# next parameter to 'no' if you want to be able to write to them.
read only = yes
# File creation mask is set to 0700 for security reasons. If you want to
# create files with group=rw permissions, set next parameter to 0775.
create mask = 0700
...
di default le home directories sono esportate in sola lettura
read only = yes
come indicato nel commento modificare yes per consentire allo user l’accesso anche in scrittura
read only = no
Organizzazione del blocco [homes] usata in passato e relativi parametri
La directory Biblioteca per condividere i files potrebbe richiedere l'assegnazione di opportuno proprietario (chown) e anche di opportuni permessi (chmod) :
mkdir -p /media/Biblioteca
chown -R root:users /media/Biblioteca/
per i permessi di scrittura modificare i permessi con chmod
chmod -R ug+rwx,o+rx-w /media/Biblioteca/
A proposito la directory Biblioteca potrebbe essere anche un mount remoto sshfs, esempio:
Quando si apportano modifiche al file smb.conf è necessario riavviare samba con :
systemctl restart smbd nmbd
volendo consentita anche la vecchia sintassi System V
service smbd restart
Test della connessione samba
Per testare una connessione samba si può utilizzare smbclient:
maurizio@debian11:~/mnt/condivisione/CASA$ smbclient -L localhost
Enter WORKGROUP\maurizio's password:
Anonymous login successful
Sharename Type Comment
--------- ---- -------
print$ Disk Printer Drivers
public Disk public share, no need to enter username and password
Biblioteca Disk Biblioteca
IPC$ IPC IPC Service (Samba 4.13.13-Debian)
altro esempio di vecchio test smbclient:
:~$ smbclient -L 192.168.1.146 -N
Anonymous login successful
Domain=[WORKGROUP] OS=[Unix] Server=[Samba 3.6.6]
Sharename Type Comment
--------- ---- -------
IPC$ IPC IPC Service (ubuSer1210 server (Samba, Ubuntu))
scambio-temp Disk condividi files e archivio temporaneo
archivio Disk Biblioteca - archivio
print$ Disk Printer Drivers
Mount da teminale di una connessione samba
Il mounting da teminale di una cartella remota condivisa utilizza smb avviene con un comando del tipo:
mount -t cifs -o username=bepi //192.168.1.153/codice /media/biblioteca
e possibile utlizzare l’opzione password= o pass= tuttavia, se non si ha la nìecessità di un mount permanente, meglio digitare la password solo su richiesta.
Esempio comunque di montaggio smb con inserimento della password
mount -t cifs -o user=bepi,pass=’%my.pass.’ //192.168.77.7/biblio /mnt/biblio
o
mount -t smbfs -o username=bepi,password=’%my.pass.’ //192.168.77.7/biblio /mnt/biblio
Dal 16 settembre 2021 lo sviluppo Grandorgue, l’interessante VPO ( Virtual Pipe Organ ) open source, si è spostato su GitHub e sta mostrando un po’ di nuova vitalità
La versione Appimage di GrandOrgue come tutte le appimage è un immagine compressa con tutte le librerie e le dipendenze necessarie per l’avvio della stessa. L’Appimage può essere lanciata su molte distribuzioni una volta concessi i permessi di esecuzione
da terminale i pemessi si possono modificare con chmod:
chmod +x grandorgue-3.4.1-1.x86_64.AppImage
La versione .tar.gz ( GrandOrgue senza installazione )
Questa versione di GrandOrgue può risultare utile in particolare per provare i nuovi rilasci prima di procedere all’ upgrade. Procedere decomprimendo il file .tar.gz. Si avranno a disposizione tre directory: bin, lib, share.
Per avviare la versione di GrandOrgue senza installazione aprire il terminale e lanciare con
$ bin/GrandOrgue
In questo caso specifico se non è già stata installata una versione di GrandOrgue potrebbe essere necessario installare alcuni pacchetti manualmente. Più precisamente la versione “tar.gz” nelle distro Ubuntu-Debian potrebbe evidenziare i seguenti errori e richiedere l’installazione manuale di alcune librerie
1)
./GrandOrgue: error while loading shared libraries: libwx_gtk3u_html-3.0.so.0: cannot open shared object file: No such file or directory
In debian 11 si risolve installando
sudo apt install libwxgtk3.0-gtk3-0v5
che installerà anche il pacchetto libwxbase3.0-0v5
2)
./GrandOrgue: error while loading shared libraries: libfftw3f.so.3: cannot open shared object file: No such file or directory
In debian 11 si risolve installando
sudo apt install libwxgtk3.0-gtk3-0v5
che installerà anche il pacchetto libwxbase3.0-0v5
Di seguito i pacchetti che costituiscono le dipendenze della nuova versione. In neretto quelli che sono stati installati manualmente libasound2 (>= 1.0.16), libc6 (>= 2.22), libfftw3-single3 (>= 3.3.5), libgcc (>= 1:3.0), libjack-jackd2-0 (>= 1.9.10+20150825) | libjack-0.125, libstdc++6 (>= 6), libwavpack1 (>= 4.40.0), libwxbase3.0-0v5 (>= 3.0.4+dfsg), libwxgtk3.0-gtk3-0v5 (>= 3.0.4+dfsg), zlib1g (>= 1:1.1.4),
Tra le caratteristiche presenti nella nuova versione di GrandOrgue rispetto alla versione su Sourceforce
Diversi fixing
Modificate alcune dipendenze
Ottimizzate le procedure per la compilazione e il rilascio delle versioni per le varie piattaforme
Il ridimensionamento e il posizionamento dei pannelli adesso risulta decisamente funzionale ed è operativo sul tutte le varie piattaforme.
Il menu <Audio-Midi Setting> ora <Setting> è posizionato sotto File
Tra gli upgrade aumentato anche il numero di ranks da 400 a 999
…
A proposito del ridimensionamento dei panel in questo momento non sto riscontrando problemi. Alcune immagini esemplificative
Funzionalità touch
Questo post si occupa prevalentemente di GrandOrgue su Linux. Se si desidera utilizzare funzionalità touch accettabili si è praticamente costretti ad utilizzare Gnome che consente anche alcune comode gesture: https://help.gnome.org/users/gnome-help/stable/touchscreen-gestures.html.en Tuttavia anche se con Gnome 4.0 la situazione sul fronte touch continua a migliorare devo ammettere che Windows è al momento ancora superiore a Linux.
Grandorgue per distribuzioni debian-ubuntu
I sistemi con distribuzioni derivate da debian e ubuntu che utilizzano pacchetti .deb hanno a disposizione i seguenti pacchetti:
grandorgue_3.4.1-1_amd64.deb -> per i sistemi con set di istruzione x86 a 64 bit ( x86_64) processori Intel e AMD
Installazione/upgrade dal software manager via file manager
oppure da terminale al solito con
apt install path/grandorgue_3.4.1-1_amd64.deb
Grandorgue su Debian 9
Le nuove versioni di GrandOrgue in Debian 9 richiedono l’installazione del pacchetto wx-gtk3 che è disponibile nel repository backports di stretch ( debian 9 ). Per l’installazione aggiornare i repository apt con
Se in linux si prova a convertire con gdisk un disco MBR, cioè con la tabella delle partizioni nel vecchio formato tipico del DOS a 4 partiizoni primarie, in un disco GPT che consente 128 partizioni primarie si può incorrere nell’errore:
Warning! Secondary partition table overlaps the last partition by
33 blocks!
You will need to delete this partition or resize it in another utility.
in modo più esplicito l’errore si verifica quando si lancia gdisk con il disco da convertire
sudo gdisk /dev/sdb
sudo gdisk /dev/sdb
GPT fdisk (gdisk) version 1.0.8
Partition table scan:
MBR: MBR only
BSD: not present
APM: not present
GPT: not present
***************************************************************
Found invalid GPT and valid MBR; converting MBR to GPT format
in memory. THIS OPERATION IS POTENTIALLY DESTRUCTIVE! Exit by
typing 'q' if you don't want to convert your MBR partitions
to GPT format!
*****************************************************************
Warning! Secondary partition table overlaps the last partition by
33 blocks!
You will need to delete this partition or resize it in another utility.
Command (? for help): p
Disk /dev/sdb: 976773168 sectors, 465.8 GiB
Model: Ext. HDD
Sector size (logical/physical): 512/512 bytes
Disk identifier (GUID): 588F830B-BD6C-4F7B-9BCE-F3DDDA1F7BFE
Partition table holds up to 128 entries
Main partition table begins at sector 2 and ends at sector 33
First usable sector is 34, last usable sector is 976773134
Partitions will be aligned on 2048-sector boundaries
Total free space is 387350494 sectors (184.7 GiB)
Number Start (sector) End (sector) Size Code Name
1 2048 170586111 81.3 GiB 0700 Microsoft basic data
2 557934592 976773167 199.7 GiB 0700 Microsoft basic data
Command (? for help): w
Warning! Secondary partition table overlaps the last partition by
33 blocks!
You will need to delete this partition or resize it in another utility.
Aborting write of new partition table.
L’errore è una conseguenza del posizionamento della tabella delle partizioni in GPT. Infatti se MBR scrive la tabella delle partizioni all’inizio del disco, GPT scrive la tabella delle partizioni sia all’inizio che alla fine del disco. Per scrivere la tabella alla fine del disco servono 33 blocchi che se hanno la tipica dimensione 512 byte significa circa 16896 byte.
Nel disco MBR da convertire in GPT, visibile nella figura in basso, si può notare che non c’è spazio libero alla fine del disco .
Per risolvere e poter procedere alla conversione si deve restringere la partizione sdb2 almeno dei fatici 33 blocchi. Purtroppo non mi è stato possibile effettuare il resize della partizione nfts del in oggetto, un SSD Samsung 860 EVO da 500GB , in debian. Il tool disk di Gnome una volta lanciato il resize disk andava in crash. Gparted non andava in crash ma purtroppo non riusciva a completare il resize. Avendo una certa fretta ho effettuato il resize in Windows 10. A questo punto era disponibile lo spazio per la Secondary partition table
sudo gdisk /dev/sdb
GPT fdisk (gdisk) version 1.0.8
...
...
***************************************************************
Found invalid GPT and valid MBR; converting MBR to GPT format
in memory. THIS OPERATION IS POTENTIALLY DESTRUCTIVE! Exit by
typing 'q' if you don't want to convert your MBR partitions
to GPT format!
*****************************************************************
...
...
Number Start (sector) End (sector) Size Code Name
1 2048 170586111 81.3 GiB 0700 Microsoft basic data
2 557934592 976748591 199.7 GiB 0700 Microsoft basic data
Command (? for help): w
Final checks complete. About to write GPT data. THIS WILL OVERWRITE EXISTING
PARTITIONS!!
Do you want to proceed? (Y/N): Y
OK; writing new GUID partition table (GPT) to /dev/sdb.
The operation has completed successfully.
Risorse:
Applicativi
gdisk: Convertire MBR in GPT ( senza perdita di dati )
Microsoft’s MBR2GPT Disk Conversion Tool
Diskpart: convertire MBR in GPT ( windows – distruttivo)
gptgen: convertire MBR in GPT ( senza perdita di dati )
partition assistant convertire MBR in GPT ( senza perdita di dati )
rEFInd: rEFInd può rilevare automaticamente i boot loader EFI installati e presenta un funzionale menu GUI di opzioni di avvio.
Cuffie true wireless particolari. Acquistate per l’ascolto da computer. Portando gli occhiali le true wireless risultano essere decisamente più comode delle cuffie a padiglione. Si perde in resa sonora ma se non si è impegnati in un ascolto da audiofilo si migliora assai in praticità. Acquistate perchè dotate di buona autonomia che può raggiungere anche le 10 ore e di una buona qualità audio.
AUDIO: Nonostante l’enfatizzazione voluta dei bassi hanno un suono tutto sommato neutro: il meglio lo danno nel range dei medi. Il suono un po’ caldo e pieno ha una buona precisione. Piacerà a chi gradisce bassi che comunque non compromettono medi e alti. Ovviamente come avviene in genere per le true wireless mancano di soundstage. Buona la pressione sonora mi sembra superiore ai 100db/mw.
INDOSSABLITA’: Questo è uno degli aspetti critici. Inizialmente ho riscontrato una certa scomodità. Sono piuttosto ingombranti, pesano ben 8 gr e sporgono fin troppo dalle orecchie ( effetto Dumbo 😁 ). Questo implica la ricerca di un buon ancoraggio nelle orecchie che può risultare appunto un po’ fastidioso. Fortunatmente con il tempo mi sono un po’ abituato. Non le considero adatte all’attività sportiva. I tip forniti in gomma siliconata ibrida sono numerosi e di buona qualità. Difficile non trovare uno adatto alle proprie orecchie. Spesso con le in ear attuo personalizzazioni ad hoc testando diverse tipologie di tip. In questo caso direi che non è necessario cambiare tip. Mi ripeto quelli forniti sono validi sia per materiali usati che per size.
COMANDI: Controlli fisici completi che però non sono particolarmente comodi. Questo perchè avvengono con un piccolo pulsante sul bordo inferiore di ciascun auricolare. Pulsante sinistro:
1 click si alza il volume
1 click prolungato si abbassa il volume Pulsante destro:
1 click riproduzione/pausa
2 click traccia successiva
3 click traccia precedente
1 click prolungato attiva l’assitente vocale L’estrazione delle cuffiette dalle orecchie non mette in auto-pausa.
CHIAMATE: non ho testato particolarmente i microfoni comunque la gestione delle telefonate è abbastanza adeguata.
TECNOLOGIA/CONNESSIONE: utilizzano il bluetooth 5.0 i profili bluetooth compatibili sono quelli standard (A2DP, AVRCP,HFPe HSP). Mentre i codec supportati sono SBC e AAC. Vengono considerate un po’ deficitarie in termini di latenza. Personalmente direi che la latenza con i computer è sui 150ms. Se si utilizzano OS recenti ( windows 11 e distribuzioni Linux recenti) e pc con bluetooth 5.0 si può anche riuscire a migliorare il delay. Del resto la latenza non dipende solo dal ricevente (le cuffiette) ma anche dal dispostivo che trasmette.. Nella mia esperienza la stabilità della connessione bluetooth è buona. Distanza: i tradizionali 10m sono garantiti.
ASSOCIAZIONE: il pairing è un po’ scomodo. La prima volta è automatico. Per gli altri dispositivi si tevono tenere premuti i pulsanti su entrambe le unità destra e sinistra per 7 secondi.
AUTONOMIA: buona la batteria che consente di raggiungere le 9 ore più ulteriori 9 ore fornite dal case. Ricarica via type-c. Non supportata la ricarica wireless. In 10 minuti si può raggiungere 1 h di autonomia
COSTRUZIONE: Design particolare e qualità costruttiva buona anche se non di pregio. Anche se non hanno un aspetto premium si presentano robuste. La custodia ha una verniciatura opaca.
PROTEZIONE: Il livello di protezione è solo ipx 4.
Sistema di cancellazione rumore assente.
DOCUMENTAZIONE/APP: Il manuale è completo ed è anche in lingua italiana. Manca una App specifica.