Prendo spunta da una domanda sul blog per realizzare questo post in cui posso descrivere in modo più chiaro come installare Arduino IDE da terminale in linux. Il post è volutamente retrodatato al periodo di rilascio della versione 1.8.12 che risale a febbraio 2020. La versione Linux presa in considerazione è la debian 10 stable. Ulteriore precisazione in questa versione sto usando AdopOpenJDK 1.8.0.252 cioè 8 LTS piuttosto che java 11 LTS default di debian 10. Per programmi che utilizzo che si comportano meglio con la 8 piuttosto che con la 11. Uso la AdoptOpenJDK per i cambi operati da Oracle nel modello per il rilascio delle versioni Java e la licenza associata. E’ da tanto che ho iniziato a scrivere il post sull’utilizzo AdoptOpenJKD ma non lo ho ancora completato. Il blog ha molti post dedicati all’installazione manuale di Oracle Java una volta i file erano scaricabili liberamente adesso è richiesta la registrazione e allora ho cambiato. La AdoptOpenJDK.net community include vendors quali Amazon, GoDaddy, IBM, Microsoft …
$ java -version openjdk version "1.8.0_252" OpenJDK Runtime Environment (AdoptOpenJDK)(build 1.8.0_252-b09) OpenJDK 64-Bit Server VM (AdoptOpenJDK)(build 25.252-b09, mixed mode)
Il Product Key che consente di attivare windows è un codice di 25 caratteri che ha il seguente aspetto.
CODICE PRODUCT KEY: XXXXX-XXXXX-XXXXX-XXXXX-XXXXX
Per visualizzare il product key sono disponibili diversi comodi software di terze parti che non richiedono installazione e script o comandi vari. Cominciamo con i programmi Eccone alcuni.
ProduKey di Nirsoft
ShowKeyPlus di SuperFly
Windows Key Finder di LaserSoft
ProduKey
Produkeydi nirsoft è il software più ricco di opzioni consente di visualizzare il numero di serie anche di altri prodotti di Windows come ad esempio Office… Produkey non estrae il dato leggendo il contenuto di UEFI quindi non può estrarre il Product Key dal firmware. Purtroppo lo stesso Windows Defender e altri antivirus o antimalware considerano il software potenzialmente pericoloso. Ciò non corrisponde alla realtà quindi bisogna creare delle eccezioni per consentire l’esecuzione del software.ù
Il sito web di NirSoft fornisce una raccolta unica di piccoli e utili tools freeware, tutti sviluppate da Nir Sofer.
Nella prossima immagine ProduKey visualizzerà oltre alla Windows Product Key anche la OEM Product Key di windows che viene registrata dagli OEM a livello di BIOS e accessibile anche da terminale o Power Shell
Più essenziale Windows Key Finder di Lazesoft. Solo la product key e il possibile salvataggio e stampa della stessa.
Windows Key Finder
Oltre ai programmi per determinare il Product Key si possono usare il comando seguente se il product key e registrato a livello di Bios e lo script che segue se il product key non si trova a livello di BIOS.
Windows Product Key a livello di BIOS
Per determinare il Windows Product Key che gli OEM inseriscono nel BIOS si può utilizzare il seguente comando via terminale CMD oppure utilizzando PowerShell nella modalità Amministratore.
wmic path SoftwareLicensingService get OA3xOriginalProductKey
Prompt dei commandi OEM Bios Windows Product Key
Power Shell OEM Bios Windows Product Key
Product Key utilizzando uno script .vbs
googlando ho trovato il seguente script vbs per determinare il product key di windows senza far ricorso a programmi esterni. Il codice genera una piccola finestra che visualizza il solo Product Key. Nella immagine la finestra sopra il Blocco Note contente il codice.
product key con script visual basic
Per visualizzare il Product Key di windows copiare in un editor di testo e salvare con estensione .vbs il codice sotto riportato.
Set WshShell = CreateObject("WScript.Shell")
MsgBox ConvertToKey(WshShell.RegRead("HKLM\SOFTWARE\Microsoft\Windows NT\CurrentVersion\DigitalProductId"))
Function ConvertToKey(Key)
Const KeyOffset = 52
i = 28
Chars = "BCDFGHJKMPQRTVWXY2346789"
Do
Cur = 0
x = 14
Do
Cur = Cur * 256
Cur = Key(x + KeyOffset) + Cur
Key(x + KeyOffset) = (Cur \ 24) And 255
Cur = Cur Mod 24
x = x -1
Loop While x >= 0
i = i -1
KeyOutput = Mid(Chars, Cur + 1, 1) & KeyOutput
If (((29 - i) Mod 6) = 0) And (i <> -1) Then
i = i -1
KeyOutput = "-" & KeyOutput
End If
Loop While i >= 0
ConvertToKey = KeyOutput
End Function
slmgr per controllare gestire il Product Key
Windows mette a disposizione il programma slmgr un articolato programma da terminale che consente di inserire/sostituire/disattivare il productkey ma non di visualizzare il productkey esistente.
Licenze Windows 10
Tipi di licenze Wndows 10 per pc personali:
Licenza Retail : questa licenza è la più interessante perché può essere trasferita tra computer diversi.
Licenza Windows Retail channel
Licenza OEM: in genere legata alla motherboard o ad un singolo PC potrebbe non essere trasferibile
Licenza Windows OEM Channel
Licenza a Volume: solitamente fornite ad aziende/organizzazioni con una unica licenza è possibile attivare più postazioni di Windows. Per l’EULA di Microsoft non sarebbero trasferibili. Per la normativa Europea queste licenze sono considerate comunque trasferibili. Attualmente acquistabili a prezzi particolarmente contenuti.
Per ottenere informazioni più dettagliate si può utilizzare il comando:
slmgr /dlv
Scadenza della licenza di Windows
Per controllare la scadenza della licenza di windows corrente si può utilizzare il comando
slmgr /xpr
Le licenza Retail e OEM normalmente non hanno scadenza
Disattivare il codice di attivazione
slmgr /upk ( ID Attivazione)
Attivare il Product Key
slmgr /ipl ( Product Key )
Ovviamente le informazioni relative all’attivazione sono disponibili nella sezione:
Impostazione > Sistema > Informazioni sul sistema
dove è disponibile la sezione Specifiche Windows con l’opzione
Modifica il codice Product Key o aggiorna l’edizione di Windows
Windows 10 da la possibilità di utilizzare la bash linux e diversi applicativi da terminale. Attivato il Sottosistema Windows per Linux è possibile installare dal Microsoft Store l’ App linux desiderata. Nel post la procedura per l’installazione di Debian in Windows 10 .
Se si prova ad installare Debian senza il Sottosistema Windows per Linux si ottiene l’errore seguente:
Installing, this may take a few minutes… WslRegisterDistribution failed with error: 0x8007019e The Windows Subsystem for Linux optional component is not enabled. Please enable it and try again. See https://aka.ms/wslinstall for details. Press any key to continue…
Per poter utilizzare Debian, Ubuntu e altre distro linux seguire i seguenti passaggi, che prevedono l’attivazione della modalità Sviluppatore, l’installazione del Sottosistema Windows per Linux, e l’installazione dell’App Debian:
Attivare la modalità Sviluppatore/Developper
Attendere l’installazione del pacchetto Modalità sviluppatore
Abilitare il Sottosistema Windows per Linux in Attivazione o disattivazione delle Funzionalità Windows come visualizzato nelle figure che seguono
Installazione Sottosistema Windows per Linux
Installato il sottosistema Windows per Linux è necessario riavviare il computer:
Riavvio richiesto dopo installazione del Sottosistema Windows per Linux Attivazione o disattivazione delle funzionalità di Windows 10
Al riavvio una volta lanciato Debian si avrà a disposizione la bash linux per il login. Inserire lo username e la password desiderata
Primo login in Debian Windows 10
E dopo un bel update tradizionale con
sudo apt update
procedere con l’installazione dei pacchetti. In questo caso il client openssh
installazione di pacchetti Debian Linux da terminale in Windows 10
E’ possibile avviare più Applicazioni Debian. Sotto due finestre una con il classico mc. Si possono osservare le cartelle disco c che viene montato in /mnt/c automaticamente.
due app Debian Linux in Windows 10
Nell’immagine seguente una connessione Desktop remoto che utilizza un tunnel realizzato con openssh-client utilizzando proprio la bash debian di Windows 10.
Il questo caso il tunnel consente la connessione a un server remoto Windows 2012R .
tunnel ssh in windows 10 con openssh App Debian
Bash Linux non si avvia
Purtroppo può succedere che la bash linux non si avvi come evidenziato nella schermata seguente:
La soluzione più semplice per rivolvere consiste riavviare tenendo premuto il tasto maiuscolo ( SHIFT+Reboot). Questo permette di realizzare un restart completo di Windows 10 ( FULL reboot). Infatti la normale azione di spegnimento/riavvio per velocizzare l’avvio di windows conserva informazioni dell’ultima sessione e questo può causare il mancato avvio della bash linux. Per completezza è bene precisare che usando Riavvio/Spegni tenendo premuto il tasto MAIUSC si entrerà in modalità di mantenimento. A questo punto si potra scegliere: 1) Spegni il PC e riavviare normalmente oppure 2) Continua (Esci e continua con Windows 10 )
Orami si possono acquistare a prezzi interessanti diversi Hub tipo C multifunzione che oltre a porte Usb 3.0, presentano lettori SD e TF, porta Ethernet, HDMI 4K e porta di ricarica. Questi dispositivi sono particolarmente utili quando si utilizzano ultrabook con poche porte o MacBook.
Per poterli utilizzare anche come hub per porte USB 3.0 è necessario dotarsi di un adattore specifico.
Type-C female USB3.0 male
L’adattore avrà porta USB type C di tipo femmina e una porta USB 3.0 di tipo maschio.
Adattatori USB type C femmina e USB 3.0 maschio
Purtroppo per la struttura di questi adattatori la porta femmina consente di ottenere la velocità di 5 Gbit/s USB 3.0 solo su un lato mentre l’altro lato consente la sola velocità USB 2.0 480Mbps. Del resto USB Type-C (USB-C) è uno standard di connettori ed è compatibile con le versioni USB 3.1, 3.0 e anche 2.0 . Di fatto il Tipo-C è una sostituzione dei precedenti standard Tipo-A e Tipo-B.
Nel grafico l’adattatore collegato con il lato USB-C ottimale. La velocità di lettura e scrittura di una chiavetta Samsung Muf USB 3.0 da 128GB risulta di tipo massimale.
Se si ruota il cavo Type C del hub di 180° gradi la velocità passa a USB 2.0 con un degrado consistente delle prestazioni.
rotazione Type C di 180°
Come si può vedere dal benchmark le prestazioni in lettura e scrittura della pendrive Samsung 128 diventano proprio quelle di una classica chiavetta USB 2.0.
In questo caso l’adattore Type C female – USB 3.0 male si comporta come l’adattore Tipo-C femmina e USB 2.0 maschio in basso. Questo adattatore Type-C risulta essere anche decisamente più contenuto in dimensioni e più economico.
Adapter USB C Fem. – USB 2.0 Male
L’hub multifunzione nelle immagini è un iHarper6in1. Lo stesso comportamento si ottiene anche con altri hub ad esempio il multifunzione Abask 8in1
Abask hub multifuzione 8 in 1
Benchmark lettura scrittura della pen Samsung 128GB con lato Type-C femmina connettore del hub multifuzione Abask 8in1.
Hub Type-C 8in1 con HDMI 4K, Porta Ethernet RJ45, 3 Porte USB 3.0, Lettori SD e TF, Porta di Ricarica PD da 100W Benchmark Lettura Scrittura su pendrive samsung 128GB – Connettore Hub Abask lato 3.1
Rotazione di 180° gradi del connettore Type-C del hub 8in1 e passaggio alla velocità USB 2.0. Con drastico degrado delle prestazioni che scendono a 480 Mbps
In condizioni classiche il collegamento USB vede una periferica agire da master/host il computer e la periferica collegata stampante, chiavetta, … da peripheral/slave. In questi casi il master ha il pieno controllo e governa lo slave. Con l’introduzione dell’USB OTG lo scenario è cambiato non esiste più l’esigenza di differenziare i ruoli fissi di master e slave senza l’esigenza di driver specifici.
Più in dettaglio l’USB On The Go (OTG) fa si che un “cavo” con queste specifiche consenta ad una periferica di agire sia da (1) host, cioè da master ( ad esempio un cellulare legge una memoria esterna ) che da (2) peripheral da slave cioè il cellulare si presenta come una memoria se collegato ad un computer esterno. Quindi banalizzando il cavo OTG USB “On The GO” consente di ampliare le funzionalità di connessione di un dispositivo con connettore USB che così può interagire con una molteplicità di periferiche.
Qualsiasi terminale dotato di porta Type C supporta la tecnologia OTG autoalimentata. Praticamente in questo modo uno dispositivo come una smartphone puo agire da mini-computer.
Gli hub usb tradizionali in genere non supportano la modalità OTG e accettano solo dispositivi slave/peripheral slave.
Esempio
Qui se consideriamo una chiavetta USB dual con due connettori: uno micro USB e uno standard USB A 3.0. Per collegarla ad uno smartphone con un connettore type C standard USB 2.0 ( 480Mbit/sec) possiamo utilizzare un cavo USB con connettore di type C da un lato e USB A femmina dall’altro. Se il cavo è OTG lo smartphone avrà la funzionalità di leggere la chiavetta. Ma anche la possibilità, lo smartphone, di presentarsi come una memoria di massa come se fosse una chiavetta verso un computer . (Cioè grazie al cavo OTG potrà svolgere sia la funzione di master che di slave )
Let’s encrypt è un autorità di certificazione che, con l’obiettivo di riuscire a cifrare tutte le comunicazioni sul web, offre gratuitamente certificati per il protocollo SSL/TLS. Il protocollo https è un esempio di applicazione del protocollo crittografico TLS/SSL. ACME ( Automated Certificate Management Environment ) è il protocollo utilizzato da Let’s Encript per l’autenticazione e il rilascio dei certificati.
Da marzo 2018 Let’s Encrypt offre gratuitamente anche i certificati Wildcard. Il certificato Wildcard che vale per domini del tipo *.dominio.it prende il nome proprio dal carattere jolly * in inglese Wildcard. Il certicato Wildcard è di grande comodità con un solo certificato di tipo *.dominio.it è possibile infatti certificare tutti i sottodomini del tipo xxxx.dominio.it.
La procedura per installare certificati wildcard letsencrypt si differenzia da quella descritta in Certificato SSL/TLS gratuito con Let’s Encrypt e installazione in cpanel – provider Arvixe – linux per un maggior numero di dettagli: più immagini, più blocchi di terminale. Gli scripts script riferiti alla fase di rinnovo. Nel caso del certificato Wildcard invece di utilizzare un file per autenticare la proprietà del dominio è necessario aggiungere un record DNS TXT con nome e valore fornito da let’s encrypt.
In debian sono disponibili diversi applicativi per la gestione dei certificati ACME in questo caso verrà utilizzato certbot (python) che è quello consigliato, al momento, da Let’s Encrypt.
Certbot
L’installazione di certbot da terminale è di tipo tradizionale
su apt install certbot
Oltre a certbot verranno installati anche una serie di pacchetti python. Il linguaggio in cui certbot è sviluppato.
Per la generazione del certificati utilizzare il comando per la generazione manuale degli stessi con alcuni parametri aggiuntivi
sudo certbot certonly --manual --preferred-challenges=dns --server https://acme-v02.api.letsencrypt.org/directory
Saving debug log to /var/log/letsencrypt/letsencrypt.log
Plugins selected: Authenticator manual, Installer None
Please enter in your domain name(s) (comma and/or space separated) (Enter 'c'
to cancel): siagri.net, *.siagri.net
Cert is due for renewal, auto-renewing...
Renewing an existing certificate
Performing the following challenges:
dns-01 challenge for siagri.net
dns-01 challenge for siagri.net
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
NOTE: The IP of this machine will be publicly logged as having requested this
certificate. If you're running certbot in manual mode on a machine that is not
your server, please ensure you're okay with that.
Are you OK with your IP being logged?
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
(Y)es/(N)o: Y
la verifica della disponibilità diretta (proprietà) del dominio avviene con l’aggiunta di un record TXT alle impostazioni DNS. In questo caso trattandosi di 2 domini due saranno i record da aggiungere del tipo: Name= _acme-challenge.nome-dominio.xxx Type = TXT Record = XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
a terminale avremo:
Please deploy a DNS TXT record under the name
_acme-challenge.siagri.net with the following value:
cTN5jWrb5h4usxn9B8gTO1Gavvs2ZUdHQmNU_MIrQWQ
Before continuing, verify the record is deployed.
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Press Enter to Continue
(This must be set up in addition to the previous challenges; do not remove,
replace, or undo the previous challenge tasks yet. Note that you might be
asked to create multiple distinct TXT records with the same name. This is
permitted by DNS standards.)
Utilizzando cPanel è possibile aggiungere il record TXT alle impostazioni DNS
Precedente record TXT in cpanel
Sostituzione del valore comunicato nei record TXT
prima di premere [Enter] e avviare la verifica conviene accertarsi che i record TXT siano effettivamente disponibili. In questo caso anche una decina di minuti. Il tempo dipende dall’impostazione TTL.
E’ possibile verificare la disponibilità dei record TXT con il comando host:
host -a _acme-challenge.siagri.net
Trying "_acme-challenge.siagri.net"
;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, status: NOERROR, id: 53558
;; flags: qr rd ra; QUERY: 1, ANSWER: 2, AUTHORITY: 0, ADDITIONAL: 0
;; QUESTION SECTION:
;_acme-challenge.siagri.net. IN ANY
;; ANSWER SECTION:
_acme-challenge.siagri.net. 599 IN TXT "nurUeHu_DSfm0l8kU9y9SrzGDzvr4wwvZFzWvcPDXxs"
_acme-challenge.siagri.net. 599 IN TXT "I7NjTUZYZbH_fv-Znj0ML8SJcJc-EbOiMGQwKSHG5Gk"
Received 156 bytes from 8.8.8.8#53 in 137 ms
premetere Entere verrà comunicato il secondo Record TXT. E cambiare anche il secondo Record TXT. con Host possiamo verificare che ambedue i record TXT sono quelli indicati le letsencrypt.
host -a _acme-challenge.siagri.net
Trying "_acme-challenge.siagri.net"
;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, status: NOERROR, id: 31089
;; flags: qr rd ra; QUERY: 1, ANSWER: 2, AUTHORITY: 0, ADDITIONAL: 0
;; QUESTION SECTION:
;_acme-challenge.siagri.net. IN ANY
;; ANSWER SECTION:
_acme-challenge.siagri.net. 599 IN TXT "I7NjTUZYZbH_fv-Znj0ML8SJcJc-EbOiMGQwKSHG5Gk"
_acme-challenge.siagri.net. 599 IN TXT "oyUu6-NK4PEK0IhQNhR96FgqXAk_Jp3kMKb4qh0Oyvc"
Received 156 bytes from 8.8.8.8#53 in 178 ms
Al termine la cartella /etc/letsencrypt si popolerà con il certificato e la full chain come indicato nel messaggio che appare a video.
Before continuing, verify the record is deployed.
(This must be set up in addition to the previous challenges; do not remove,
replace, or undo the previous challenge tasks yet. Note that you might be
asked to create multiple distinct TXT records with the same name. This is
permitted by DNS standards.)
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Press Enter to Continue
Waiting for verification...
Cleaning up challenges
IMPORTANT NOTES:
- Congratulations! Your certificate and chain have been saved at:
/etc/letsencrypt/live/siagri.net/fullchain.pem
Your key file has been saved at:
/etc/letsencrypt/live/siagri.net/privkey.pem
Your cert will expire on 2020-07-03. To obtain a new or tweaked
version of this certificate in the future, simply run certbot
again. To non-interactively renew *all* of your certificates, run
"certbot renew"
- If you like Certbot, please consider supporting our work by:
Donating to ISRG / Let's Encrypt: https://letsencrypt.org/donate
Donating to EFF: https://eff.org/donate-le
Al termine la cartella /etc/letsencrypt si popolerà con il certificato e la full chain come indicato nel messaggio che appare a video.
Installazione certificato SSL/TLS Let’S Encrypt con cPanel
Con un taglia incolla andranno caricati il certificato ( file cert.pem ) e la Private Key ( file privkey.pem ). Opzionale chain.pem in Certificate: Authority
Se tutto va correttamente avremo il messaggio SSL Certificate Successfully …
Qualora di aggiungano nuovi sottodomini sarà sufficiente richiamare il certificato già installato per poter abilitare il protocollo https:
L’unica nota non positiva dei certificati Let’s Encrypt è che gli stessi non hanno durata annuale ma di soli 90 giorni con i wildcard è ampiamente compensata.
La Phoronix test suite è una piattaforma di test è benchmarking open source particolarmente completa. Per le macchine linux è probabilmente la più completa. La suite è multipiattaforma pertanto è disponibile anche per i sistemi macOS, Windows …
La suite di test è affiancata dalla una piattaforma di archiviazione per la condivizione dei test: OpenBenchmarking.org
Per l’utilizzo di questa suite di test l’installazione non è obbligatoria è possibile infatti eseguire localmente la suite una volta che il pacchetto è stato decompresso. Unica dipendenza la PHP Command-line in genere disponibile come pacchetto php,php7-cli, php5-cli o php7.
Tra le caratteristiche salienti della 9.0 una nuova versione del visualizzatore dei risultati per offrire più funzionalità che vedrà un ulteriore potenziamento con la versione 9.2. Inoltre miglioramenti nel rilevamento hardware/software e una varietà di altre aggiunte.
La Versione Universal Linux/BDS/MacOS .tar.gz può essere scaricata con
Nell’immagine sotto come si presenta il terminale. Al termine si vedono le due domande finali e la scelta operata: – Y (yes) alla domanda di visualizzazione del risultato nel browser. – N alla richiesta di caricamento dei risultati su OpenBenchmarking.org
Risultato visualizzato a livello di browser
Utilizzo della CPU durante il test smallpt
Centinaia i benchmark e i test per mettere sotto stress i vari componenti del sistema: processore, dischi, memoria, grafica, …
per elencare tutti i tests:
$ phoronix-test-suite list-all-tests
Un esempio di test per le performance 3D
$ phoronix-test-suite benchmark unigine-heaven
oppure installare il test e quindi avviarlo con
$ phoronix-test-suite install unigine-heaven
$ phoronix-test-suite run unigine-heaven
X79-P3 Phoronix Unigine-Heaven
Breve video con Unigine-Heaven v.4.0. Modalità windows.
Molti i comandi disponibili ragruppati nelle categorie: System, Test Installation, Testing, Batch Testing, OpenBenchmarking.org , Information, Assets Creation, Result Management, Other, Modules, User configuration, … :
$ phoronix-test-suite list-all-tests
Phoronix-test-suite: I primi test elencati dal comando
Se in Debian 10 provando a montare una risorsa di tipo Windows share con il comando mount -t cifs ( mounting samba share )
esempio
$ mount -t cifs -o username=xxxxxx //10.0.1.111/myshare /mnt/winshare
si ottiene l’errore
mount error(112): Host is down
Risolvere provando a impostare la versione 1.0 di samba
$ mount -t cifs -o username=xxxxxx,vers=1.0 //10.0.1.111/myshare /mnt/winshare
E’ bene precisare che attualmente la versione 1.0 è considerata non sicura. Tuttavia diversi dispositivi come i validi modem router Fritz!Box offrono questo tipo di servizio per accedere alle unità di memoria che vengono collegate alle porte USB. Di fatto in questo modo i modem router Fritz!Box offrono funzionalità NAS di base.
Fritz!Box Memoria NAS ( SMB) vers 1.0
Altri esempi con precisati altri parametri che potrebbero risultare utili in vari contesti e distribuzioni:
sudo mount -t cifs-ousername=pippo,password=topolino, vers=1.0 //10.0.3.165/www /mnt/mnt165/www
sudo mount -t cifs-ousername=pippo,vers=1.0,uid=pluto,gid=pluto //10.0.3.165/www /mnt/mnt165/www
sudo mount -t cifs-ousername=pippo,password=topolino, vers=1.0 //10.0.3.165/www /mnt/mnt165/www
Le schede grafiche Nvidia in Debian utilizzano il driver open nouveau. In debian 10 la scheda Georce GT 1030 è riconosciuta dal driver noveau. Tuttavia benchè consenta alla risoluzione di 3840×2160 px anche la frequenza di 60Hz i video non risultano fluidi. Sopratutto quelli della DVB-T. Il tutto accompagnato da un non adeguato lavoro della CPU: che risulta più elevato del necessario. Anche riducendo la frequenza a 30Hz i risultati non migliorano.
L’installazione dei driver nvidia proprietari migliora decisamente la situazione. Le prestazioni grafiche migliorano decisamente e i video sono assolutamente fluidi anche alla risoluzione 4K. Limiti sono la frequenza selezionabile che non supera i 30Hz. Utilizzando il monitor 4K da 43″, Philips BDN4350UC/00, anche i 30Hz sono accettabili. Lo spazio disco aggiuntivo richiesto è di 500 MB.
Per utilizzare i drivers proprietari nvidia in Debian 10 Buster.
abilitare i repository contrib e non-free per l’installazione del pacchetto nvidia-driver.
In subordine è possibile installare la versione più recente presente nel repository backports.
E’ possibile anche scaricare e installare il driver rilasciato da nvidia nel proprio sito.
Per determinare il modello della scheda grafica si può utilizzare nvidia-detect oppure lspci.
Per utilizzare nvdia-detect è necessario aggiungere i repository contrib e non-free e installare il pacchetto specifico.
# sudo su
# echo "deb http://httpredir.debian.org/debian/ buster main contrib non-free" > /etc/apt/sources.list
# apt update
# apt install nvidia-detect
# sudo nvidia-detect
Detected NVIDIA GPUs:
03:00.0 VGA compatible controller [0300]: NVIDIA Corporation GP108 [10de:1d01] (rev a1)
Checking card: NVIDIA Corporation GP108 (rev a1)
Your card is supported by the default drivers.
It is recommended to install the
nvidia-driver
package.
il chip-ID (10de:1d01) composto di Vendor ID (10de) e Product ID ( 1d01) consente di ottenere altre informazioni relative al prodotto. Diversi sono i siti che forniscono questo tipo di servizio.
Unix Driver Archive
Gli elenchi completi dei dispositivi nvidia supportati dalle varie versioni dei driver nvidia sono disponibili agli
diversi i pacchetti in genere che verranno installati: 106 in debian 10 xfce
The following additional packages will be installed:
dkms gcc-8-base:i386 glx-alternative-mesa glx-alternative-nvidia glx-diversions libatomic1:i386
...
...
0 upgraded, 106 newly installed, 0 to remove and 0 not upgraded.
Need to get 96,9 MB of archives.
After this operation, 494 MB of additional disk space will be used.
Il Dynamic Kernel Module Support ( DKMS ) che genera i moduli del kernel i cui sorgenti non sono generalemente disponibili consentirà l’installazione del nuovo driver compilando il modulo nvidia grazie al pacchetto nvidia-kernel-dkms.
... ... Loading new nvidia-current-418.74 DKMS files... Building for 4.19.0-5-amd64 Building initial module for 4.19.0-5-amd64 Done.
nvidia-current.ko: Running module version sanity check. - Original module - No original module exists within this kernel - Installation - Installing to /lib/modules/4.19.0-5-amd64/updates/dkms/
nvidia-current-modeset.ko: Running module version sanity check. - Original module - No original module exists within this kernel - Installation - Installing to /lib/modules/4.19.0-5-amd64/updates/dkms/
nvidia-current-drm.ko: Running module version sanity check. - Original module - No original module exists within this kernel - Installation - Installing to /lib/modules/4.19.0-5-amd64/updates/dkms/
nvidia-current-uvm.ko: Running module version sanity check. - Original module - No original module exists within this kernel - Installation - Installing to /lib/modules/4.19.0-5-amd64/updates/dkms/
depmod...
DKMS: install completed. ... ...
:~$ exit
Riavviare il sistema. Con il riavvio il driver nouveau verrà automaticamente disattivato e inserito in blacklist.
Nel menu System sarà disponibile il programma di configurazione specifico: NVIDIA X Server Setting.
La versione dal Driver NVidia installata è la 418.74
Installare da buster-backport
Se si desidera installare l’ultimo dirver si dovrebbe installare la versione presente nel repository backports in questo caso aggiungere
il repository backports repository a source list sources.list con: # echo “deb http://httpredir.debian.org/debian stretch-backports main contrib non-free” > /etc/apt/sources.list rimuovere i driver nvidia installati con apt purge nvidia-* Aggiornare con : # apt update Installare/aggiornare i Linux headers per il kernel in uso con : # apt install linux-headers-$(uname -r|sed ‘s/[^-]*-[^-]*-//’) Installare il pacchetto nvidia-driver dal backports repository: # apt-get install -t buster-backports nvidia-driver
lnstallazione del driver nvidia dal sito del produttore
L’installazione Per un utilizzatore di Debian non mi sento di consigliarla.