Gnome disks non si avvia – (gnome-disks:5752): GNOME-Disks-ERROR **: …: Error getting udisks client: Timeout was reached

Talvolta può capitare che la comoda utility GNOME disks non si avvi.

gnome-disk-utility

Per controllare il tipo di errore conviene avviare il tool da terminale.
L’applicazione che è visualizzata in GNOME come Disks e che in genere è presente nel pacchetto
gnome-disk-utility
si avvia da terminale con

$ sudo gnome-disks

se l’errore visualizzato è Error getting udisks client


[ ~]$ sudo gnome-disks
(gnome-disks:5752): GNOME-Disks-ERROR **: 23:18:29.155: Error getting udisks client: Timeout was reached

si può risolvere riavviando il servizio udisks

sudo systemctl restart udisks2.service

lo status del servizio udisk con systemd
# sudo systemctl status udisks2.service

udisks2.service - Disk Manager
     Loaded: loaded (/usr/lib/systemd/system/udisks2.service; enabled; vendor preset: enabled)
     Active: active (running) since Sun 2022-04-10 23:36:52 CEST; 38min ago
       Docs: man:udisks(8)
   Main PID: 6312 (udisksd)
      Tasks: 5 (limit: 18421)      Memory: 3.1M
        CPU: 192ms
     CGroup: /system.slice/udisks2.service
             └─6312 /usr/libexec/udisks2/udisksd

Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box systemd[1]: Stopped Disk Manager.
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box systemd[1]: Starting Disk Manager...
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box udisksd[6312]: udisks daemon version 2.9.4 starting
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box systemd[1]: Started Disk Manager.
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box udisksd[6312]: Cleaning up mount point /run/media/maurizio/Volume (device 8:5 is not mounted)
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box udisksd[6312]: Cleaning up mount point /run/media/maurizio/62D8A527D8A4FA85 (device 8:4 is not mounted)
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box udisksd[6312]: Acquired the name org.freedesktop.UDisks2 on the system message bus

Risorse:

nvme tool per conoscere la salute di un disco ssd nvme in linux

In genere in linux per controllare lo stato di salute di un hard disco o di una unità ssd si utilizza il pacchetto smartmontools ( GUI:GSmartControl ). In questo modo è possibile accedere agli attributi S.M.A.R.T. ( Self Monitoring Analysis and Reporting Technology ) e conoscere warning critici, integrità del disco, vita del disco ( ore di esercizio, power cycles) , … Teoricamente sarebbe possibile conoscere con 24 ore di anticipo la “rottura/morte” del disco …

Se si utilizzano le nuove unità SSD di tipo NVME che utilizzano interfaccia pci express, invece della tradizionale SATA, smartmontools non consente di accedere alle informazioni SMART ed è necessario utilizzare strumenti alternativi. In questo caso ci viene in soccorso il tool open source nvme, package nvme-cli, che consente di accedere ai dati SMART proprio nelle unità di tipo NVME

Installare nvme-cli

In debian e derivative con package manager apt per installare il pacchetto di nvme digitare da terminale al solito:

sudo apt install nvme-cli 

In fedora e derivative red hat installare il pacchetto nvme-cli con :

sudo dnf install nvme-cli 

In manjaro per installare il pacchetto nvme-cli digitare da terminale:

sudo pacman -S nvme-cli

Utilizzare il tool nvme

Il comando base del pacchetto nvme-cli usato per conoscere lo stato di salute del disco nvme è

 nvme smart-log /dev/unità-da-analizzare

Questo l’esito su un intel SSD NVME 660P con tre anni di vita:
Intel SSD 660p in Linux

maurizio@pop-os:~$ sudo nvme smart-log /dev/nvme0
Smart Log for NVME device:nvme0 namespace-id:ffffffff
critical_warning			: 0
temperature				: 25 C
available_spare				: 100%
available_spare_threshold		: 10%
percentage_used				: 1%
endurance group critical warning summary: 0
data_units_read				: 11,379,946
data_units_written			: 11,882,687
host_read_commands			: 205,572,397
host_write_commands			: 288,362,077
controller_busy_time			: 5,489
power_cycles				: 975
power_on_hours				: 5,414
unsafe_shutdowns			: 126
media_errors				: 0
num_err_log_entries			: 0
Warning Temperature Time		: 0
Critical Composite Temperature Time	: 0
Thermal Management T1 Trans Count	: 0
Thermal Management T2 Trans Count	: 0
Thermal Management T1 Total Time	: 0
Thermal Management T2 Total Time	: 0

In questo caso possiamo dire che il disco si presenta in buona salute:
– nessun error critico,
– nessun err_log_entries
– dati di utilizzo data_units_ e host_ xxx_commands coerenti

temperatura dell’unità NVMe SSD
Gli attributi SMART consentono di visualizzare anche la temperatura dell’unità NVMe SSD che nella lista precedente è: temperature : 25 C

un comando su singola linea per accedere ai dati sulla temperatura potrebbe essere
maurizio@pop-os:~$ sudo nvme smart-log /dev/nvme0 | grep -i '^temperature'
temperature : 26 C

L’elenco dei dati di temperatura visualizzati può variare e varia a seconda dell’unità NVMe analizzata. Queste le temperature mostrate da un WD SN750 SE da 1TB.


[maurizio@fedora ~]$ sudo nvme smart-log /dev/nvme0 | grep -i '^temperature'
temperature				: 27 C
Temperature Sensor 1           : 42 C
Temperature Sensor 2           : 27 C

NVME Calcolare i terabyte scritti (TBW)

Uno dei parametri critici dei dischi NVME sono i cicli di scrittura sulle celle di memoria tant’è che la garanzia viene legata a questo dato. Ad esempio questo intel 660p con una garanzia temporale di 5 anni ha però anche una garanzia sui dati scritti di 200TBW ( terabyte write ). Quindi se prima dei 5 anni si scrivono più di 200TB di dati la garanzia decate automaticamente.
Grazie agli attributi SMART è possibile calcolare i terabyte scritti nel ciclo di vita del disco NVME.
In questo caso è l’attributo data_units_written ( 11,882,687 ) quello che viene in aiuto.

Considerando che il settore è di 512 byte Il parametro visualizza un numero di unità di 1000 * 512-byte ( sector -size ). Quindi per aver i byte totali dobbiamo moltiplicare per 512000. E per avere i TB dobbiamo dividere per 1 TB = 1.099.511.627.776

Terabyte Scritti 5.53TBW = 11882687*512000/1099551627776 

L’NVME nelle sue 5414 ore di vita ha scritto 5.53 TBW

Per calcolare direttamente i terabyte scritti da terminale si può utilizzare ad esempio:

maurizio@pop-os:~$ w=$(sudo nvme smart-log /dev/nvme0 |grep written | cut -d ":" -f 2); echo $((${w//,}*512000/1099511627776)) TBW
5 TBW

Questo 660p intel con memorie QLC e che ha una garanzia di 200 TBW (terabyte scritti) nei suoi 3 anni di vita ha scritto meno di 6TB di questo passo potrebbe durare ben più di 10 anni … Però forse si dovrebbe anche dire che ad oggi questa unità non ha lavorato molto: 6TB sono circa 3GB al giorno invece dei 15/35GB attesi per un pc da ufficio.

Quanti GBW può scrivere al giorno il nostro NtVME per non invalidare la garanzia ?

Considerata la garanzia TBW risulta utile calcolare quanti GBW possono essere scritti in media al giorno dalla nostra unità NVME per non invalidare la garanzia del produttore.
Il calcolo delle scritture su drive per giorno (DWPD) utilizza la specifica dei Byte totali scritti (TBW) il numero di anni della garanzia o un diverso numero di anni a scelta e la capacità del disco in GB.

scritture su drive per giorno = TBW SSD * 1000 / 365 * Numero di anni * Capacità Drive SSD in GB  

nel nostro caso

200 * 1000 / 365 * 5 * 500 GB = 0.22 

cioè per 5 anni è possibile scrivere ogni giorno in media il 22% della capacità del disco NVME senza invalidare la garanzia sui dati scritti in GB

22% di 500 = 110 GB 

In altre parole è possibile scrivere in media 110GB al giorno per 5 anni senza invalidare la garanzia sui dati scritti dell’unità di memorizzazione SSD. Quindi se si supera l’attività di scrittura di 110 GB al giorno la garanzia sui dati verrà superata prima di quella temporale. Se l’unità in esame in 3 anni ha scritto 6TB ciò sta a significare che in media sono stati scritti 5GB al giorno.
Come detto ha lavorato poco e poi aggiungo che per non affaticare i dischi meglio non lesinare nella memoria RAM: in linux decisamente salutare.

Comando nvme

Il comando nvme ha molte opzioni disponibili.
Una delle più utili è senz’altro quella che consente di elencare le unità NVME

sudo nvme list

Altro comando per ulteriori informazioni sull’unità nvme

sudo nvme id-ctrl /dev/nvme0n1
NVME Identify Controller:
vid : 0x8086
ssvid : 0x8086
sn : BTNH90250EY5512A
mn : INTEL SSDPEKNW512G8
fr : 004C
rab : 6
ieee : 5cd2e4
cmic : 0
mdts : 5
cntlid : 0x1
ver : 0x10300
rtd3r : 0x7a120
rtd3e : 0x1e8480
oaes : 0x200
ctratt : 0x2
rrls : 0
cntrltype : 0
fguid :
crdt1 : 0
crdt2 : 0
crdt3 : 0
oacs : 0x17
acl : 3
aerl : 7
frmw : 0x14
...
...

cancellare l’unità nvme in modo sicuro

In caso di vendita o smaltimento del unità NVMe è necessario procedere ad una cancellazione sicura dell’unità. Per cancellare in modo sicuro l’unità SSD NVMe il tool nvme mette a disposizione l’opzione sanitize. Attenzione il comando non è reversibile

sudo nvme sanitize /dev/nvme0nX

per accedere all’help al solito:

nvme -h

Risorse:

Adattatore NVME NFHK e Intel SSD 660p in Linux

xpg sx8200 pro un nvme da un1tb che si difende ancora bene

https://wintelguy.com/endurance-calc.pl

The following packages have unmet dependencies: – debian testing bookworm

Come “tradizione” il rilascio di una nuova versione di debian in questo caso la 11 bullseye ad agosto 2021 ha comportato l’inizio della gestazione della nuova versione la 12 codename bookworm. Per la bookworm non è prevista una data di rilascio tuttavia guardando al recente passato la gestazione potrebbe essere di un paio d’anni. In questo periodo come sempre la futura distribuzione stable nel suo stato di test sarà identificata dal nome di “versione” testing.

Inevitabilmente la versione testing può mostrare problematiche e instabilità che sono meno riscontrabili nella debian stable. Un problema è quello delle dipendenze dei pacchetti che potrebbe bloccare l’aggiornamento del sistema ad es:

...
...
Some packages could not be installed. This may mean that you have requested an impossible situation or if you are using the unstable distribution that some required packages have no
t yet been created or been moved out of Incoming.
The following information may help to resolve the situation: The following packages have unmet dependencies: libwacom9 : Depends: libwacom-common (= 2.1.0-2) but 1.12-1 is to be installed E: Broken packages #
 

In queste situazioni viene in soccorso la comoda opzione dist-upgrade di apt .

sudo apt dist-upgrade

A differenza di apt upgrade che aggiorna tutti i pacchetti all’ultima versione disponibile a patto che non dipenda da un pacchetto non installato apt dist-upgrade aggiorna risolvendo le dipendenze e installando il pacchetto che non era installato.
L’errore evidenziato viene pertanto risolto con

# apt dist-upgrade
root@maurizio-minipcpn50:/home/maurizio# apt dist-upgrade
Reading package lists... Done
Building dependency tree... Done
Reading state information... Done
Calculating upgrade... Done
The following NEW packages will be installed:
  exfatprogs fcitx-module-quickphrase-editor5 gcc-12-base
...
...

E’ bene precisare che questo soluzione potrebbe portare ad un sistema un po’ meno “stable” un po’ meno pulito. Ma visto che si sta usando la testing questa è una situazione un po’ inevitabile.

Risorse:

Digitale terrestre dvb-t in Fedora 35

dvb-t

Fedora 35 pur avendo una capacità più che buona di riconoscimento di dongle USB per il DVB-T come l’ AverTV Volar Green HD non ha nei repository ufficiali i classici software per la visione dei canali del digitale terrestre come  ad esempio vlc. Fedora utilizza infatti criteri piuttosto stringenti sul software che può essere inserito nei repository ufficiali.

Repository RPM Fusion

RPM Fusion Logo

Per risolvere non resta che aggiungere il repository RPM Fusion. Il repository RPM Fusion è suddiviso in due sezioni. Il repository free che contiene pacchetti Open Source e il repository nonfree con pacchetti redistribuibili ma non open source o non gratuiti per ragioni commerciali.

Nel nostro caso per avere a disposizione vlc è sufficiente aggiungere il repository RPM Fusion free con il comando:

sudo dnf install https://mirrors.rpmfusion.org/free/fedora/rpmfusion-free-release-$(rpm -E %fedora).noarch.rpm

per aggiungere i due repository free e nonfree si può utilizzare il comando

sudo dnf install https://mirrors.rpmfusion.org/free/fedora/rpmfusion-free-release-$(rpm -E %fedora).noarch.rpm https://mirrors.rpmfusion.org/nonfree/fedora/rpmfusion-nonfree-release-$(rpm -E %fedora).noarch.rpm

Installare vlc

Una volta aggiunto RPM Fusion per installare vlc si può utilizzare il comando:

sudo dnf install vlc 

Per consentire a vlc di visualizzare i canali del digitale terrestre è necessario creare lo specifico file di con l’elenco dei canali utilizzando w_scan;

Installare w_scan con

sudo dnf install w_scan

Creare l’elenco dei canali per vlc si può utilizzare un comando del tipo

w_scan -X -ft -c IT -E 0 -t 2 > channels.conf

Oer dettagli su w_scan fare riferimento al post di seguito

Per visualizzare i canali in vlc aprire il file channels.conf dal menu
Media>Open File
quindi accedere alla play list dei canali con
View>Play list

si possono vedere i canali del digitale terrestre anche on mpv ( programma basico ) e kaffeine

Nota:

La procedura per l’installazione dei repository è riportata nella https://rpmfusion.org/Configuration dove viene indicato anche come installare il repository sfruttando solo applicazioni ad interfaccia grafica.

Dongle AVerMedia: AverTV Volar Green HD

Per quanto attiene il dongle AverMedia si possono utilizzare i seguenti comandi per controllare il corretto riconosciumento:

lsusb
~]$ lsusb
...
Bus 001 Device 004: ID 07ca:a835 AVerMedia Technologies, Inc. A835
Bus 001 Device 007: ID 046d:c52b Logitech, Inc. Unifying Receiver ...

La periferica è riconosciuta.

Il dispositivo risulta pure impostato. Possiamo controllare con ls /dev/dvb e dmesg | grep dvb.

~]$ ls -l /dev/dvb/*
total 0
crw-rw----+ 1 root video 212, 0 Jan 23 14:32 demux0
crw-rw----+ 1 root video 212, 1 Jan 23 14:32 dvr0
crw-rw----+ 1 root video 212, 3 Jan 23 14:32 frontend0
crw-rw----+ 1 root video 212, 2 Jan 23 14:32 net0

Controlliamo cosa avviene più in dettaglio con dmesg | grep dvb

~]$ dmesg | grep dvb 
dmesg | grep dvb
[ 5.628358] dvb_usb_af9035 1-1.2:1.0: prechip_version=00 chip_version=03 chip_type=3802
[ 5.648904] usb 1-1.2: dvb_usb_v2: found a 'AVerMedia AVerTV Volar HD/PRO (A835)' in warm state
[ 5.652586] usb 1-1.2: dvb_usb_v2: will pass the complete MPEG2 transport stream to the software demuxer
[ 5.656861] dvbdev: DVB: registering new adapter (AVerMedia AVerTV Volar HD/PRO (A835))
[ 5.663231] dvbdev: dvb_create_media_entity: media entity 'dvb-demux' registered.
[ 5.706894] dvbdev: dvb_create_media_entity: media entity 'Afatech AF9033 (DVB-T)' registered.
[ 5.778973] rc rc0: lirc_dev: driver dvb_usb_af9035 registered at minor = 0, scancode receiver, no transmitter
[ 5.804224] usb 1-1.2: dvb_usb_v2: schedule remote query interval to 500 msecs
[ 5.807126] usb 1-1.2: dvb_usb_v2: 'AVerMedia AVerTV Volar HD/PRO (A835)' successfully initialized and connected
[ 5.814781] usbcore: registered new interface driver dvb_usb_af9035
altri comandi utili
~]$  lsmod | grep af
af9033 45056 1
dvb_usb_af9035 49152 9
dvb_usb_v2 49152 1 dvb_usb_af9035
dvb_core 155648 2 af9033,dvb_usb_v2
journalctl -b --no-pager | grep dvb_usb
~]$  journalctl -b --no-pager | grep dvb_usb
l: dvb_usb_af9035 1-1.2:1.0: prechip_version=00 chip_version=03 chip_type=3802
Feb 05 14:32:45 fedora kernel: usb 1-1.2: dvb_usb_v2: found a 'AVerMedia AVerTV Volar HD/PRO (A835)' in warm state
Feb 05 14:32:45 fedora kernel: usb 1-1.2: dvb_usb_v2: will pass the complete MPEG2 transport stream to the software demuxer
Feb 05 14:32:45 fedora kernel: rc rc0: lirc_dev: driver dvb_usb_af9035 registered at minor = 0, scancode receiver, no transmitter
Feb 05 14:32:45 fedora kernel: usb 1-1.2: dvb_usb_v2: schedule remote query interval to 500 msecs
Feb 05 14:32:45 fedora kernel: usb 1-1.2: dvb_usb_v2: 'AVerMedia AVerTV Volar HD/PRO (A835)' successfully initialized and connected
Feb 05 14:32:45 fedora kernel: usbcore: registered new interface driver dvb_usb_af9035

Altri post per il DVB-T e lo streaming Tv

Altri post relativi alla DVB_TV

bluetooth inactive in Gnome 4.x Debian testing

Talvolta in Gnome capita che il bluetooth passi a off e non ci sia verso utilizzando l’interfaccia grafica di renderlo attivo ( enabled )

Bluetooth Off Gnome 4.x Debina testing

Per risolvere non resta che agire a livello di terminale.
La prima cosa da fare è controllare lo stato del servizio bluetooth

sudo systemctl status bluetooth.service 
 sudo systemctl status bluetooth.service
○ bluetooth.service - Bluetooth service
     Loaded: loaded (/lib/systemd/system/bluetooth.service; enabled; vendor pre>
     Active: inactive (dead) since Thu 2022-02-03 21:07:52 CET; 3min 3s ago
       Docs: man:bluetoothd(8)
    Process: 736 ExecStart=/usr/libexec/bluetooth/bluetoothd (code=exited, stat>
   Main PID: 736 (code=exited, status=0/SUCCESS)
     Status: "Running"
        CPU: 266ms
...

come si può osservare alla riga “Active:” si legge chiaramente che il servizio è inactive (dead)
si può avere “Active: “ failed

 sudo systemctl status bluetooth.service
○ bluetooth.service - Bluetooth service
     Loaded: loaded (/lib/systemd/system/bluetooth.service; enabled; vendor pre>
     Active: failed  (Result= signal) since Thu 2022-02-03 23:07:17 CET; 1h 30s ago
       Docs: man:bluetoothd(8)
   Main PID: 14010 (code=killed, signal=SEGV)
     Status: "Running"
        CPU: 67ms
...

per risolvere non resta che riabilitare il servizio con i comandi tipici del demone systemd. systemd è oramai in quasi tutte le distribuzioni il controllore dei servizi e del sistema che in precedenza erano gestiti dal demone init ( SystemV init o SysV init). Per dettagli sul demone systemd fare riferimento al post:  

Per risolvere possiamo usare il comando restart

sudo systemctl restart bluetooth.service

possiamo controllare lo stato del servizio ancora una volta con status

status bluetooth Gnome 4.0 dopo restart
 sudo systemctl status bluetooth.service
○ bluetooth.service - Bluetooth service
     Loaded: loaded (/lib/systemd/system/bluetooth.service; enabled; vendor pre>
     Active: active (running) since Thu 2022-02-03 21:23:14 CET; 9s ago
       Docs: man:bluetoothd(8)
   Main PID: 14078 (bluetoothd)
     Status: "Running"
      Tasks: 1 (limit: 37729)
     Memory: 1.0M
        CPU: 33ms
     CGroup: /system.slice/bluetooth.service
             └─14078 /usr/libexec/bluetooth/bluetoothd
...
Adesso anche in Gnome Setting si potrà osservare il bluetooth attivo.

Bluetooth – Pipewire

A proposito di Bluetooth sono attese modifiche a breve in molte distribuzioni grazie all'adozione del nuovo server audio PipeWire destinato a subentrare al server PulseAudio. Fedora 35 che è avanti in questo processo offre la possibilità di scegliere il codec bluetooth preferito. Adesso con i protoccoli 5.1 e 5.2 sono disponibili Cuffie bluetooth con bassa latenza intorno a 50ms che possono essere usate abbastanza comodamente da un organista per suonare Grandorgue ( gli organi reali con trasmissione elettrica possono avere latenza anche di 100ms).   

Fedora 35

Come si può vedere in Output Device sono disponibili per il protocollo A2DP i codec SBC ( standard ) e quello AAC

Fedora 35 selezione dei codec Bluetooth

Risorse:

ridimensionare, espandere, ridurre i volumi ( dischi VM/CT) in Proxmox (LVM)

Proxmox, derivativa debian open source, è una piattaforma di virtualizzazione che consente di gestire efficacemente Virtual Machine (VM), LXC Container (CT)…
Per la gestione dello spazio disco proxmox inevitabilmente utilizza LVM che è una tecnologia di allocazione dei volumi che consente di estendere o ridurre dinamicamente le “partizioni” a seguito di aggiunta o riduzione di dischi (Physical Volumes (PV)).

LVM: Physical Volume (PV), Volume Group (VG), Logical Volume (LV)

Per elencare la situazione lvm dell’installazione proxmox nell’immagine possiamo usare i

proxmox

seguenti comandi:

root@pve:~# pvs
  PV         VG  Fmt  Attr PSize    PFree  
  /dev/sda3  pve lvm2 a--  <232.33g <44.33g

root@pve:~# vgs
  VG  #PV #LV #SN Attr   VSize    VFree
  pve   1   9   0 wz--n- <232.33g <44.33g

root@pve:~# lvs
  LV            VG  Attr       LSize   Pool Origin Data%  Meta%  Move Log Cpy%Sync Convert
  data          pve twi-aotz-- 151.00g             12.59  2.52                            
  root          pve -wi-ao----  28.00g                                                    
  swap          pve -wi-ao----   7.00g                                                    
  vm-100-disk-0 pve Vwi-aotz--   4.00m data        0.00                                   
  vm-100-disk-1 pve Vwi-aotz--  32.00g data        23.35                                  
  vm-101-disk-0 pve Vwi-aotz--  16.00g data        41.73                                  
  vm-110-disk-0 pve Vwi-aotz--  18.00g data        7.55                                   
  vm-111-disk-0 pve Vwi-aotz--  16.00g data        10.31                                  
  vm-121-disk-0 pve Vwi-aotz--   8.00g data        23.22                                  

Sono presenti 3 virtual Machine (VM) e 3 Containter (CT) e conseguentemente avremo 6  volumi logici ("dischi virtuali"). 

Per ridimensionare lo spazio disco di una VM o di un CT una volta che sono stati creati sono disponibili i comandi lvresize oppure lvextend/lvreduce. Questi comandi possono essere utilizzati senza la necessità di fermare le macchine virtuali. Ovviamente quando si riducono i volumi bisogna prestare molta attenzione.

Espandere di 10GB con lvresize il logical volume vm-110-disk-0 (CT)

root@pve:~# lvresize  --size +10G /dev/pve/vm-110-disk-0
  Size of logical volume pve/vm-110-disk-0 changed from 8.00 GiB (2048 extents) to 18.00 GiB (4608 extents).
  Logical volume pve/vm-110-disk-0 successfully resized.

Ridurre di 10GB sempre con lvresize il logical volume vm-110-disk-0 (CT) appena espanso

root@pve:~# lvresize --size -10G /dev/pve/vm-110-disk-0
  WARNING: Reducing active and open logical volume to 8.00 GiB.
  THIS MAY DESTROY YOUR DATA (filesystem etc.)
Do you really want to reduce pve/vm-110-disk-0? [y/n]: y
  Size of logical volume pve/vm-110-disk-0 changed from 18.00 GiB (4608 extents) to 8.00 GiB (2048 extents).
  Logical volume pve/vm-110-disk-0 successfully resized.

Inevitabile il Warning perchè la riduzione potrebbe comportare la perdità dei dati e la “distruzione” della macchina Virtuale.

Espandere a 18GB con lvextend il logical volume vm-110-disk-0 (CT). In questo caso non si indicano i GiB che vengono aggiunti ma i GB del volume finale del logical volume vm-110-disk-0.

root@pve:~# lvextend -L18G /dev/pve/vm-110-disk-0
  Size of logical volume pve/vm-110-disk-0 changed from 8.00 GiB (2048 extents) to 18.00 GiB (4608 extents).
  Logical volume pve/vm-110-disk-0 successfully resized.

Ridurre a 8GB con lvreduce il logical volume vm-110-disk-0 (CT) appena espanso. Anche in questo caso non si indicano i GiB che vengono tolti ma i GB del volume finale .

root@pve:~# lvreduce -L8G /dev/pve/vm-110-disk-0
  WARNING: Reducing active and open logical volume to 8.00 GiB.
  THIS MAY DESTROY YOUR DATA (filesystem etc.)
Do you really want to reduce pve/vm-110-disk-0? [y/n]: y
  Size of logical volume pve/vm-110-disk-0 changed from 18.00 GiB (4608 extents) to 8.00 GiB (2048 extents).
  Logical volume pve/vm-110-disk-0 successfully resized.

Risorse:

Samba in debian buster 11 – via terminal


Samba è un progetto open source per le piattaforme Unix e GNU/linux che fornisce servizi di condivisione di file e stampanti a client SMB/CIFS. Samba consente di ottenere interoperabilità tra Unix, Linux, macOS e Windows. L’attuale versione è la 4.xx.xx. I demoni disponibili nella suite sono: samba (ruolo di Domain Controller), smbd (condivisione dei file e delle stampanti), nmbd: (risoluzione dei nomi del NetBIOS negli indirizzi IP), winbindd (risolve le informazioni su gruppi ed utenti ).

Per installare samba in debian 11 bullseye

~$ sudo apt install samba

Installato samba possiamo controllare che il servizio sia correttamente avviato con

maurizio@debian11:~$ sudo systemctl status smbd
● smbd.service - Samba SMB Daemon
     Loaded: loaded (/lib/systemd/system/smbd.service; enabled; vendor preset: enabled)
     Active: active (running) since Wed 2021-11-21 17:13:01 CET; 20s ago
       Docs: man:smbd(8)
             man:samba(7)
             man:smb.conf(5)
    Process: 8401 ExecStartPre=/usr/share/samba/update-apparmor-samba-profile (code=exited, status=0/S>
   Main PID: 8410 (smbd)
     Status: "smbd: ready to serve connections..."
      Tasks: 4 (limit: 2325)
     Memory: 14.3M
        CPU: 284ms
     CGroup: /system.slice/smbd.service
             ├─8410 /usr/sbin/smbd --foreground --no-process-group
             ├─8412 /usr/sbin/smbd --foreground --no-process-group
             ├─8413 /usr/sbin/smbd --foreground --no-process-group
             └─8414 /usr/sbin/smbd --foreground --no-process-group

Nov 21 17:13:01 debian11 systemd[1]: Starting Samba SMB Daemon...
...

sinteticamente anche con

 $ systemctl --all|egrep 'samba|smbd|nmbd'
  nmbd.service                  loaded    active   running   Samba NMB Daemon
  smbd.service                  loaded    active   running   Samba SMB Daemon

Per controllare il demone Samba NMB

maurizio@debian11:~$ systemctl status nmbd
● nmbd.service - Samba NMB Daemon
     Loaded: loaded (/lib/systemd/system/nmbd.service; enabled; vendor preset: enabled)
     Active: active (running) since Wed 2022-02-23 17:13:01 CET; 13min ago
       Docs: man:nmbd(8)
             man:samba(7)
             man:smb.conf(5)
   Main PID: 8400 (nmbd)
     Status: "nmbd: ready to serve connections..."
      Tasks: 1 (limit: 2325)
     Memory: 2.7M
        CPU: 109ms
     CGroup: /system.slice/nmbd.service
             └─8400 /usr/sbin/nmbd --foreground --no-process-group

Controllare la versione di samba

Per controllare la versione samba, smbd -V

root@debian11:/etc/samba# smbd -V
Version 4.13.13-Debian

Le porte usate da samba

Le porte TCP utilizzate sono la 139 e/o 445 e le porte 137 138 per UDP

per controllare le porte si può utilizzare netstat

sudo netstat -tulpn | egrep "samba|smbd|nmbd|winbind"
tcp        0      0 0.0.0.0:445             0.0.0.0:*               LISTEN      6730/smbd           
tcp        0      0 0.0.0.0:139             0.0.0.0:*               LISTEN      6730/smbd           
tcp6       0      0 :::445                  :::*                    LISTEN      6730/smbd           
tcp6       0      0 :::139                  :::*                    LISTEN      6730/smbd           
udp        0      0 192.168.77.255:137      0.0.0.0:*                           504/nmbd            
udp        0      0 192.168.77.146:137      0.0.0.0:*                           504/nmbd            
udp        0      0 0.0.0.0:137             0.0.0.0:*                           504/nmbd            
udp        0      0 192.168.77.255:138      0.0.0.0:*                           504/nmbd            
udp        0      0 192.168.77.146:138      0.0.0.0:*                           504/nmbd            
udp        0      0 0.0.0.0:138             0.0.0.0:*                           504/nmbd   

Configurare samba

Adesso con il demone attivo sarà possibile utilizzare il servizio di condivisione samba. Per poter accedere alle cartelle condivise è preferibile creare gli utenti samba, impostandone la specifica password.

Creare gli utenti samba

Per aggiungere un utente samba è necessario disporre di un utente locale.

Un utente locale esistente può essere aggiunto al database degli users samba con smbpasswd:

smbpasswd -a username
:~$ sudo smbpasswd -a mira
New SMB password:
Retype new SMB password:
Added user mira.

Se si desidera creare un nuovo utente da usare come user samba si può generare un nuovo utente locale con adduser/ useradd impostare la password e poi aggiungerlo a samba ( altre informazioni su Gestire gli users in Linux da terminale ). adduser più intereattivo è ad oggi preferibile.

maurizio@debian11:~$ sudo adduser betta
Adding user `betta' ...
Adding new group `betta' (1001) ..
Adding new user `betta' (1001) with group `betta' ...
Creating home directory `/home/betta' ...
Copying files from `/etc/skel' ...
New password: 
Retype new password: 
passwd: password updated successfully
Changing the user information for betta
Enter the new value, or press ENTER for the default
	Full Name []: 
	Room Number []: 
	Work Phone []: 
	Home Phone []: 
	Other []: 
Is the information correct? [Y/n] 

creato il nuovo user impostare la password al solito

maurizio@debian11:~$ sudo passwd betta
New password: 
Retype new password: 
passwd: password updated successfully

quindi impostare anche la password per samba con il solito

maurizio@debian11:~$ sudo smbpasswd -a betta
New SMB password:
Retype new SMB password:
Added user betta.

samba condividere cartelle

Per gestire le risorse da condividere con samba editare il file di configurazione  smb.conf.

sudo  nano  /etc/samba/smb.conf

La condivisione delle cartelle degli users è già predisposta ed è definita nella sezione [homes]
che è ben commentata

:~$ nano /etc/samba/smb.conf
...
[homes]

   comment = Home Directories
   browseable = no

# By default, the home directories are exported read-only. Change the
# next parameter to 'no' if you want to be able to write to them.
   read only = yes

# File creation mask is set to 0700 for security reasons. If you want to
# create files with group=rw permissions, set next parameter to 0775.
   create mask = 0700

...

di default le home directories sono esportate in sola lettura

read only = yes

come indicato nel commento modificare yes per consentire allo user l’accesso anche in scrittura

read only = no

Organizzazione del blocco [homes] usata in passato e relativi parametri
...
[homes] comment = Home Directories browseable = no writable = yes valid users = @users create mask = 0700 directory mask = 0700
Parametri per samba

  • browseable        definisce se lo share è mostrato ( yes o not )  default = yes
  • hide dot file        nasconde o mstra i files nascosti ( yes o not )  default = yes
  • path                   percorso directory share – da condividere
  • create mask        default 0664   per settare i permessi sui nuovi file
  • directory mask   default 0775   permessi da assegnare alle directory
  • guest ok              permette quest access  default = no
  • valid users           quali users hanno il permesso di accedere default tutti gli users
  • invalid users
  • read only             rende uno share in sola lettura dafult = yes
  • writeable             rende uno share read/write  default = no
  • read list               elenco degli users o gruppi con il permesso di lettura
  • write list              elenco degli users o gruppi con il pemesso di scrittura

Aggiungere una condivisione pubblica

Per inserire una condivisione pubblica che non richiede username e password creare una dir pubblica esempio /srv/public:

sudo mkdir /srv/public

Assegnare i permessi di lettura scrittura ed esecuzione all’utente nobody con

sudo setfacl -R -m "u:nobody:rwx" /srv/public/

generare l’opportuno blocco per la condivizione in samba

[public]     
comment = spazio pubblico no user non pass 
dir path = /srv/public     
browseable = yes
writable = yes
guest ok = yes

Per inserire nuovi share inserire blocchi analoghi al blocco users o al precedente facendo attenzione ai parametri e ai permessi:

[Biblioteca]
    comment = Biblioteca dir
    path = /media/Biblioteca
    create mask = 0660 
    directory mask = 0770
La directory Biblioteca per condividere i files potrebbe richiedere l'assegnazione di opportuno  proprietario (chown) e anche di opportuni permessi (chmod) :
mkdir -p /media/Biblioteca
chown -R root:users /media/Biblioteca/
per i permessi di scrittura modificare i permessi con chmod
chmod -R ug+rwx,o+rx-w /media/Biblioteca/

A proposito la directory Biblioteca potrebbe essere anche un mount remoto sshfs, esempio:

sudo sshfs root@192.168.77.109:/media/sda5 /media/Biblioteca

per verificare che non ci siano errori di sintassi nel file smb.conf e possibilie utilizzare il comando:

testparm -s /etc/samba/smb.conf

Uno schema dei numeri usati per precisare i permessi: cioè un decimale per ciascuna rappresenzione binaria delle tre classi di utente, è presente in fondo al post Comandi Linux: elencare, cercare e gestire files e directories 

Riavviare samba

Quando si apportano modifiche al file smb.conf è necessario riavviare samba  con :

systemctl restart smbd nmbd
volendo consentita anche la vecchia sintassi System V
service smbd restart

Test della connessione samba

Per testare una connessione samba si può utilizzare smbclient:

maurizio@debian11:~/mnt/condivisione/CASA$ smbclient -L localhost
Enter WORKGROUP\maurizio's password: 
Anonymous login successful

	Sharename       Type      Comment
	---------       ----      -------
	print$          Disk      Printer Drivers
	public          Disk      public share, no need to enter username and password
	Biblioteca      Disk      Biblioteca
	IPC$            IPC       IPC Service (Samba 4.13.13-Debian)

altro esempio di vecchio test smbclient:

:~$ smbclient -L 192.168.1.146 -N
Anonymous login successful
Domain=[WORKGROUP] OS=[Unix] Server=[Samba 3.6.6]
	Sharename       Type      Comment
	---------       ----      -------
	IPC$            IPC       IPC Service (ubuSer1210 server (Samba, Ubuntu))
	scambio-temp    Disk      condividi files e archivio temporaneo
	archivio        Disk      Biblioteca - archivio
	print$          Disk      Printer Drivers

Mount da teminale di una connessione samba

Il mounting da teminale di una cartella remota condivisa utilizza smb avviene con un comando del tipo:

mount -t cifs -o username=bepi //192.168.1.153/codice /media/biblioteca

oppure la forma contratta

mount.cifs -o user=bepi //192.168.1.153/codice /media/biblioteca

e possibile utlizzare  l’opzione  password= o pass= tuttavia, se non si ha la nìecessità di un mount permanente, meglio digitare la password solo su richiesta.

Esempio comunque di montaggio smb con inserimento della password

mount -t cifs -o user=bepi,pass=’%my.pass.’ //192.168.77.7/biblio /mnt/biblio
o
mount -t smbfs -o username=bepi,password=’%my.pass.’ //192.168.77.7/biblio  /mnt/biblio

Risorse nel blog:

Grandorgue 0.3.4.xxx lo sviluppo prosegue su GitHub

Dal 16 settembre 2021 lo sviluppo Grandorgue, l’interessante VPO ( Virtual Pipe Organ ) open source, si è spostato su GitHub e sta mostrando un po’ di nuova vitalità

https://github.com/GrandOrgue/grandorgue

L’ultima versione pubblicata nel nuovo repository è al momento la 0.3.4.1.1 rilasciata il 1/11/2021 .

Github ora ospita tutte le varie versioni di GrandOrgue: Linux, Mac e Windows …
Da sottolineare anche la presenza di versioni “portable“.

Le versioni rilasciate sono disponibili all’indirizzo:  https://github.com/GrandOrgue/grandorgue/releases 

Le informazioni per l’installazione sono disponibili: https://github.com/GrandOrgue/grandorgue/blob/master/INSTALL.md

In precedenza GrandOrgue era ospitato su Sourceforge dove erano scaricabili le versioni Windows e Mac. Mentre le Linux erano disponibili su server opensuse.org
http://software.opensuse.org/download/package?project=home:e9925248:grandorgue&package=grandorgue
repositories
http://download.opensuse.org/repositories/home:/e9925248:/grandorgue/
L’ultima versione disponibile è la 0.3.1.2330.

Le versioni “portable”

Su Github disponibili anche versioni di GrandOrgue che non richiedno installazione sia per Linux che per Windows:

Appimage

grandorgue-3.4.1-1.x86_64.AppImage

La versione Appimage di GrandOrgue come tutte le appimage è un immagine compressa con tutte le librerie e le dipendenze necessarie per l’avvio della stessa. L’Appimage può essere lanciata su molte distribuzioni una volta concessi i permessi di esecuzione

da terminale i pemessi si possono modificare con chmod:

chmod +x grandorgue-3.4.1-1.x86_64.AppImage

La versione .tar.gz ( GrandOrgue senza installazione )

Questa versione di GrandOrgue può risultare utile in particolare per provare i nuovi rilasci prima di procedere all’ upgrade.
Procedere decomprimendo il file .tar.gz. Si avranno a disposizione tre directory: bin, lib, share.

Per avviare la versione di GrandOrgue senza installazione aprire il terminale e lanciare con

$ bin/GrandOrgue

In questo caso specifico se non è già stata installata una versione di GrandOrgue potrebbe essere necessario installare alcuni pacchetti manualmente. Più precisamente la versione “tar.gz” nelle distro Ubuntu-Debian potrebbe evidenziare i seguenti errori e richiedere l’installazione manuale di alcune librerie

1)

./GrandOrgue: error while loading shared libraries: libwx_gtk3u_html-3.0.so.0: cannot open shared object file: No such file or directory

In debian 11 si risolve installando

sudo apt install libwxgtk3.0-gtk3-0v5

che installerà anche il pacchetto libwxbase3.0-0v5

2)

./GrandOrgue: error while loading shared libraries: libfftw3f.so.3: cannot open shared object file: No such file or directory

In debian 11 si risolve installando

sudo apt install libwxgtk3.0-gtk3-0v5

che installerà anche il pacchetto libwxbase3.0-0v5

Di seguito i pacchetti che costituiscono le dipendenze della nuova versione.
In neretto quelli che sono stati installati manualmente
libasound2 (>= 1.0.16),
libc6 (>= 2.22),
libfftw3-single3 (>= 3.3.5),
libgcc (>= 1:3.0),
libjack-jackd2-0 (>= 1.9.10+20150825) | libjack-0.125,
libstdc++6 (>= 6),
libwavpack1 (>= 4.40.0),
libwxbase3.0-0v5 (>= 3.0.4+dfsg),
libwxgtk3.0-gtk3-0v5 (>= 3.0.4+dfsg),

zlib1g (>= 1:1.1.4),

Tra le caratteristiche presenti nella nuova versione di GrandOrgue rispetto alla versione su Sourceforce

  • Diversi fixing
  • Modificate alcune dipendenze
  • Ottimizzate le procedure per la compilazione e il rilascio delle versioni per le varie piattaforme
  • Il ridimensionamento e il posizionamento dei pannelli adesso risulta decisamente funzionale ed è operativo sul tutte le varie piattaforme.
  • Il menu <Audio-Midi Setting> ora <Setting> è posizionato sotto File
  • Tra gli upgrade aumentato anche il numero di ranks da 400 a 999

A proposito del ridimensionamento dei panel in questo momento non sto riscontrando problemi. Alcune immagini esemplificative

Funzionalità touch

Questo post si occupa prevalentemente di GrandOrgue su Linux. Se si desidera utilizzare funzionalità touch accettabili si è praticamente costretti ad utilizzare Gnome che consente anche alcune comode gesture:
https://help.gnome.org/users/gnome-help/stable/touchscreen-gestures.html.en
Tuttavia anche se con Gnome 4.0 la situazione sul fronte touch continua a migliorare devo ammettere che Windows è al momento ancora superiore a Linux.

Grandorgue per distribuzioni debian-ubuntu

I sistemi con distribuzioni derivate da debian e ubuntu che utilizzano pacchetti .deb hanno a disposizione i seguenti pacchetti:

Installazione/upgrade dal software manager via file manager


oppure da terminale al solito con

apt install  path/grandorgue_3.4.1-1_amd64.deb  

Grandorgue su Debian 9

Le nuove versioni di GrandOrgue in Debian 9 richiedono l’installazione del pacchetto wx-gtk3 che è disponibile nel repository backports di stretch ( debian 9 ).
Per l’installazione aggiornare i repository apt con

echo "deb http://ftp.debian.org/debian stretch-backports main" | sudo tee /etc/apt/sources.list.d/backports.list
sudo apt-get update

e installare la libreria wx-gtk3 con

apt-get install -y -t stretch-backports libwxbase3.0-0v5

Grandorgue per distribuzioni che utilizzano pacchetti rpm

Le distribuzioni che utilizzano pacchetti in formato rpm (redhat, fedora, centos oracle linux, opensuse ) hanno a disposizioni i seguenti file:

L’installazione di GrandOrgue nelle varie distro con rpm ad esclusione di suse avviene da terminale con il comando

dnf install grandorgue-3.4.1-1.x86_64.rpm

Nei sistemi più datati con

yum install grandorgue-3.4.1-1.x86_64.rpm

In suse il comando da terminale per l’installazione di GrandOrgue è

zypper install grandorgue-3.4.1-1.x86_64.rpm

In suse il comando da terminale per l’upgrade è

zypper update grandorgue-3.4.1-1.x86_64.rpm

Compilazione di GrandOrgue

Il passaggio a github agevola le operazioni di compilazione di Grandorgue a partire dai sorgenti.

Le istruzioni sono disponibili in

https://github.com/GrandOrgue/grandorgue/blob/master/BUILD.md

Risorse:

Warning! Secondary partition table overlaps the last partition by 33 blocks!

Se in linux si prova a convertire con gdisk un disco MBR, cioè con la tabella delle partizioni nel vecchio formato tipico del DOS a 4 partiizoni primarie, in un disco GPT che consente 128 partizioni primarie si può incorrere nell’errore:

Warning! Secondary partition table overlaps the last partition by
33 blocks!
You will need to delete this partition or resize it in another utility.

in modo più esplicito l’errore si verifica quando si lancia gdisk con il disco da convertire

sudo gdisk /dev/sdb
sudo gdisk /dev/sdb
GPT fdisk (gdisk) version 1.0.8

Partition table scan:
MBR: MBR only
BSD: not present
APM: not present
GPT: not present

***************************************************************
Found invalid GPT and valid MBR; converting MBR to GPT format
in memory. THIS OPERATION IS POTENTIALLY DESTRUCTIVE! Exit by
typing 'q' if you don't want to convert your MBR partitions
to GPT format!
*****************************************************************

Warning! Secondary partition table overlaps the last partition by
33 blocks!
You will need to delete this partition or resize it in another utility.

Command (? for help): p
Disk /dev/sdb: 976773168 sectors, 465.8 GiB
Model: Ext. HDD        
Sector size (logical/physical): 512/512 bytes
Disk identifier (GUID): 588F830B-BD6C-4F7B-9BCE-F3DDDA1F7BFE
Partition table holds up to 128 entries
Main partition table begins at sector 2 and ends at sector 33
First usable sector is 34, last usable sector is 976773134
Partitions will be aligned on 2048-sector boundaries
Total free space is 387350494 sectors (184.7 GiB)

Number  Start (sector)    End (sector)  Size       Code  Name
   1            2048       170586111   81.3 GiB    0700  Microsoft basic data
   2       557934592       976773167   199.7 GiB   0700  Microsoft basic data

Command (? for help): w 

Warning! Secondary partition table overlaps the last partition by
33 blocks!
You will need to delete this partition or resize it in another utility.
Aborting write of new partition table.

L’errore è una conseguenza del posizionamento della tabella delle partizioni in GPT.
Infatti se MBR scrive la tabella delle partizioni all’inizio del disco, GPT scrive la tabella delle partizioni sia all’inizio che alla fine del disco. Per scrivere la tabella alla fine del disco servono 33 blocchi che se hanno la tipica dimensione 512 byte significa circa 16896 byte.

Nel disco MBR da convertire in GPT, visibile nella figura in basso, si può notare che non c’è spazio libero alla fine del disco .

Per risolvere e poter procedere alla conversione si deve restringere la partizione sdb2 almeno dei fatici 33 blocchi.
Purtroppo non mi è stato possibile effettuare il resize della partizione nfts del in oggetto, un SSD Samsung 860 EVO da 500GB , in debian. Il tool disk di Gnome una volta lanciato il resize disk andava in crash.
Gparted non andava in crash ma purtroppo non riusciva a completare il resize.
Avendo una certa fretta ho effettuato il resize in Windows 10.
A questo punto era disponibile lo spazio per la Secondary partition table

sudo gdisk /dev/sdb
GPT fdisk (gdisk) version 1.0.8
...
...
***************************************************************
Found invalid GPT and valid MBR; converting MBR to GPT format
in memory. THIS OPERATION IS POTENTIALLY DESTRUCTIVE! Exit by
typing 'q' if you don't want to convert your MBR partitions
to GPT format!
*****************************************************************
...
...


Number  Start (sector)    End (sector)  Size       Code  Name
   1            2048       170586111   81.3 GiB    0700  Microsoft basic data
   2       557934592       976748591   199.7 GiB   0700  Microsoft basic data

Command (? for help): w 

Final checks complete. About to write GPT data. THIS WILL OVERWRITE EXISTING
PARTITIONS!!

Do you want to proceed? (Y/N): Y
OK; writing new GUID partition table (GPT) to /dev/sdb.
The operation has completed successfully.

Risorse:

Applicativi

  • gdisk: Convertire  MBR in GPT ( senza perdita di dati )
  • Microsoft’s MBR2GPT Disk Conversion Tool
  • Diskpart: convertire  MBR in GPT ( windows – distruttivo)
  • gptgen: convertire MBR in GPT ( senza perdita di dati )
  • partition assistant convertire  MBR in GPT ( senza perdita di dati )
  • rEFInd:  rEFInd può rilevare automaticamente i boot loader EFI installati e presenta un funzionale menu GUI di opzioni di avvio.

Posts:

Risorse:

Sony WF-XB700

Cuffie true wireless particolari. Acquistate per l’ascolto da computer. Portando gli occhiali le true wireless risultano essere decisamente più comode delle cuffie a padiglione. Si perde in resa sonora ma se non si è impegnati in un ascolto da audiofilo si migliora assai in praticità. Acquistate perchè dotate di buona autonomia che può raggiungere anche le 10 ore e di una buona qualità audio.

AUDIO: Nonostante l’enfatizzazione voluta dei bassi hanno un suono tutto sommato neutro: il meglio lo danno nel range dei medi. Il suono un po’ caldo e pieno ha una buona precisione. Piacerà a chi gradisce bassi che comunque non compromettono medi e alti.
Ovviamente come avviene in genere per le true wireless mancano di soundstage.
Buona la pressione sonora mi sembra superiore ai 100db/mw.

INDOSSABLITA’: Questo è uno degli aspetti critici. Inizialmente ho riscontrato una certa scomodità. Sono piuttosto ingombranti, pesano ben 8 gr e sporgono fin troppo dalle orecchie ( effetto Dumbo 😁 ). Questo implica la ricerca di un buon ancoraggio nelle orecchie che può risultare appunto un po’ fastidioso. Fortunatmente con il tempo mi sono un po’ abituato.
Non le considero adatte all’attività sportiva.
I tip forniti in gomma siliconata ibrida sono numerosi e di buona qualità. Difficile non trovare uno adatto alle proprie orecchie. Spesso con le in ear attuo personalizzazioni ad hoc testando diverse tipologie di tip. In questo caso direi che non è necessario cambiare tip. Mi ripeto quelli forniti sono validi sia per materiali usati che per size.

COMANDI: Controlli fisici completi che però non sono particolarmente comodi. Questo perchè avvengono con un piccolo pulsante sul bordo inferiore di ciascun auricolare.
Pulsante sinistro:

  • 1 click si alza il volume
  • 1 click prolungato si abbassa il volume
    Pulsante destro:
  • 1 click riproduzione/pausa
  • 2 click traccia successiva
  • 3 click traccia precedente
  • 1 click prolungato attiva l’assitente vocale
    L’estrazione delle cuffiette dalle orecchie non mette in auto-pausa.

CHIAMATE: non ho testato particolarmente i microfoni comunque la gestione delle telefonate è abbastanza adeguata.

TECNOLOGIA/CONNESSIONE: utilizzano il bluetooth 5.0 i profili bluetooth compatibili sono quelli standard (A2DP, AVRCP,HFPe HSP).
Mentre i codec supportati sono SBC e AAC. Vengono considerate un po’ deficitarie in termini di latenza. Personalmente direi che la latenza con i computer è sui 150ms. Se si utilizzano OS recenti ( windows 11 e distribuzioni Linux recenti) e pc con bluetooth 5.0 si può anche riuscire a migliorare il delay. Del resto la latenza non dipende solo dal ricevente (le cuffiette) ma anche dal dispostivo che trasmette..
Nella mia esperienza la stabilità della connessione bluetooth è buona.
Distanza: i tradizionali 10m sono garantiti.

ASSOCIAZIONE: il pairing è un po’ scomodo. La prima volta è automatico. Per gli altri dispositivi si tevono tenere premuti i pulsanti su entrambe le unità destra e sinistra per 7 secondi.

AUTONOMIA: buona la batteria che consente di raggiungere le 9 ore più ulteriori 9 ore fornite dal case. Ricarica via type-c. Non supportata la ricarica wireless. In 10 minuti si può raggiungere 1 h di autonomia

COSTRUZIONE: Design particolare e qualità costruttiva buona anche se non di pregio. Anche se non hanno un aspetto premium si presentano robuste. La custodia ha una verniciatura opaca.

PROTEZIONE: Il livello di protezione è solo ipx 4.

Sistema di cancellazione rumore assente.

DOCUMENTAZIONE/APP: Il manuale è completo ed è anche in lingua italiana. Manca una App specifica.

Risorse:

https://helpguide.sony.net/mdr/wfxb700/v1/it/index.html

Per un calcolo indicativo latenza