Talvolta può capitare che la comoda utility GNOME disks non si avvi.
Per controllare il tipo di errore conviene avviare il tool da terminale. L’applicazione che è visualizzata in GNOME come Disks e che in genere è presente nel pacchetto gnome-disk-utility si avvia da terminale con
$ sudo gnome-disks
se l’errore visualizzato è Error getting udisks client
sudo systemctl restart udisks2.service
lo status del servizio udisk con systemd
# sudo systemctl status udisks2.service● udisks2.service - Disk Manager
Loaded: loaded (/usr/lib/systemd/system/udisks2.service; enabled; vendor preset: enabled)
Active: active (running) since Sun 2022-04-10 23:36:52 CEST; 38min ago
Docs: man:udisks(8)
Main PID: 6312 (udisksd)
Tasks: 5 (limit: 18421) Memory: 3.1M
CPU: 192ms
CGroup: /system.slice/udisks2.service
└─6312 /usr/libexec/udisks2/udisksd
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box systemd[1]: Stopped Disk Manager.
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box systemd[1]: Starting Disk Manager...
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box udisksd[6312]: udisks daemon version 2.9.4 starting
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box systemd[1]: Started Disk Manager.
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box udisksd[6312]: Cleaning up mount point /run/media/maurizio/Volume (device 8:5 is not mounted)
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box udisksd[6312]: Cleaning up mount point /run/media/maurizio/62D8A527D8A4FA85 (device 8:4 is not mounted)
Apr 10 23:36:52 fedora.fritz.box udisksd[6312]: Acquired the name org.freedesktop.UDisks2 on the system message bus
In genere in linux per controllare lo stato di salute di un hard disco o di una unità ssd si utilizza il pacchetto smartmontools ( GUI:GSmartControl ). In questo modo è possibile accedere agli attributi S.M.A.R.T. ( Self Monitoring Analysis and Reporting Technology ) e conoscere warning critici, integrità del disco, vita del disco ( ore di esercizio, power cycles) , … Teoricamente sarebbe possibile conoscere con 24 ore di anticipo la “rottura/morte” del disco …
Se si utilizzano le nuove unità SSD di tipo NVME che utilizzano interfaccia pci express, invece della tradizionale SATA, smartmontools non consente di accedere alle informazioni SMART ed è necessario utilizzare strumenti alternativi. In questo caso ci viene in soccorso il tool open source nvme, package nvme-cli, che consente di accedere ai dati SMART proprio nelle unità di tipo NVME
Installare nvme-cli
In debian e derivative con package manager apt per installare il pacchetto di nvme digitare da terminale al solito:
sudo apt install nvme-cli
In fedora e derivative red hat installare il pacchetto nvme-cli con :
sudo dnf install nvme-cli
In manjaro per installare il pacchetto nvme-cli digitare da terminale:
sudo pacman -S nvme-cli
Utilizzare il tool nvme
Il comando base del pacchetto nvme-cli usato per conoscere lo stato di salute del disco nvme è
maurizio@pop-os:~$ sudo nvme smart-log /dev/nvme0
Smart Log for NVME device:nvme0 namespace-id:ffffffff
critical_warning : 0
temperature : 25 C
available_spare : 100%
available_spare_threshold : 10%
percentage_used : 1%
endurance group critical warning summary: 0
data_units_read : 11,379,946
data_units_written : 11,882,687
host_read_commands : 205,572,397
host_write_commands : 288,362,077
controller_busy_time : 5,489
power_cycles : 975
power_on_hours : 5,414
unsafe_shutdowns : 126
media_errors : 0
num_err_log_entries : 0
Warning Temperature Time : 0
Critical Composite Temperature Time : 0
Thermal Management T1 Trans Count : 0
Thermal Management T2 Trans Count : 0
Thermal Management T1 Total Time : 0
Thermal Management T2 Total Time : 0
In questo caso possiamo dire che il disco si presenta in buona salute: – nessun error critico, – nessun err_log_entries – dati di utilizzo data_units_ e host_ xxx_commands coerenti
temperatura dell’unità NVMe SSD Gli attributi SMART consentono di visualizzare anche la temperatura dell’unità NVMe SSD che nella lista precedente è: temperature : 25 C
un comando su singola linea per accedere ai dati sulla temperatura potrebbe essere
maurizio@pop-os:~$ sudo nvme smart-log /dev/nvme0 | grep -i '^temperature' temperature : 26 C
L’elenco dei dati di temperatura visualizzati può variare e varia a seconda dell’unità NVMe analizzata. Queste le temperature mostrate da un WD SN750 SE da 1TB.
[maurizio@fedora ~]$ sudo nvme smart-log /dev/nvme0 | grep -i '^temperature'
temperature : 27 C
Temperature Sensor 1 : 42 C
Temperature Sensor 2 : 27 C
NVME Calcolare i terabyte scritti (TBW)
Uno dei parametri critici dei dischi NVME sono i cicli di scrittura sulle celle di memoria tant’è che la garanzia viene legata a questo dato. Ad esempio questo intel 660p con una garanzia temporale di 5 anni ha però anche una garanzia sui dati scritti di 200TBW ( terabyte write ). Quindi se prima dei 5 anni si scrivono più di 200TB di dati la garanzia decate automaticamente. Grazie agli attributi SMART è possibile calcolare i terabyte scritti nel ciclo di vita del disco NVME. In questo caso è l’attributo data_units_written ( 11,882,687 ) quello che viene in aiuto.
Considerando che il settore è di 512 byte Il parametro visualizza un numero di unità di 1000 * 512-byte ( sector -size ). Quindi per aver i byte totali dobbiamo moltiplicare per 512000. E per avere i TB dobbiamo dividere per 1 TB = 1.099.511.627.776
Questo 660p intel con memorie QLC e che ha una garanzia di 200 TBW (terabyte scritti) nei suoi 3 anni di vita ha scritto meno di 6TB di questo passo potrebbe durare ben più di 10 anni … Però forse si dovrebbe anche dire che ad oggi questa unità non ha lavorato molto: 6TB sono circa 3GB al giorno invece dei 15/35GB attesi per un pc da ufficio.
Quanti GBW può scrivere al giorno il nostro NtVME per non invalidare la garanzia ?
Considerata la garanzia TBW risulta utile calcolare quanti GBW possono essere scritti in media al giorno dalla nostra unità NVME per non invalidare la garanzia del produttore. Il calcolo delle scritture su drive per giorno (DWPD) utilizza la specifica dei Byte totali scritti (TBW) il numero di anni della garanzia o un diverso numero di anni a scelta e la capacità del disco in GB.
scritture su drive per giorno = TBW SSD * 1000 / 365 * Numero di anni * Capacità Drive SSD in GB
nel nostro caso
200 * 1000 / 365 * 5 * 500 GB = 0.22
cioè per 5 anni è possibile scrivere ogni giorno in media il 22% della capacità del disco NVME senza invalidare la garanzia sui dati scritti in GB
22% di 500 = 110 GB
In altre parole è possibile scrivere in media 110GB al giorno per 5 anni senza invalidare la garanzia sui dati scritti dell’unità di memorizzazione SSD. Quindi se si supera l’attività di scrittura di 110 GB al giorno la garanzia sui dati verrà superata prima di quella temporale. Se l’unità in esame in 3 anni ha scritto 6TB ciò sta a significare che in media sono stati scritti 5GB al giorno. Come detto ha lavorato poco e poi aggiungo che per non affaticare i dischi meglio non lesinare nella memoria RAM: in linux decisamente salutare.
Comando nvme
Il comando nvme ha molte opzioni disponibili. Una delle più utili è senz’altro quella che consente di elencare le unità NVME
sudo nvme list
Altro comando per ulteriori informazioni sull’unità nvme
In caso di vendita o smaltimento del unità NVMe è necessario procedere ad una cancellazione sicura dell’unità. Per cancellare in modo sicuro l’unità SSD NVMe il tool nvme mette a disposizione l’opzione sanitize.
Attenzione il comando non è reversibile
Come “tradizione” il rilascio di una nuova versione di debian in questo caso la 11 bullseye ad agosto 2021 ha comportato l’inizio della gestazione della nuova versione la 12 codename bookworm. Per la bookworm non è prevista una data di rilascio tuttavia guardando al recente passato la gestazione potrebbe essere di un paio d’anni. In questo periodo come sempre la futura distribuzione stable nel suo stato di test sarà identificata dal nome di “versione” testing.
Inevitabilmente la versione testing può mostrare problematiche e instabilità che sono meno riscontrabili nella debian stable. Un problema è quello delle dipendenze dei pacchetti che potrebbe bloccare l’aggiornamento del sistema ad es:
... ... Some packages could not be installed. This may mean that you have
requested an impossible situation or if you are using the unstable
distribution that some required packages have no t yet been created
or been moved out of Incoming.
The following information may help to resolve the situation:
The following packages have unmet dependencies:
libwacom9 : Depends: libwacom-common (= 2.1.0-2) but 1.12-1 is to be installed
E: Broken packages
#
In queste situazioni viene in soccorso la comoda opzione dist-upgrade di apt .
sudo apt dist-upgrade
A differenza di apt upgrade che aggiorna tutti i pacchetti all’ultima versione disponibile a patto che non dipenda da un pacchetto non installato apt dist-upgrade aggiorna risolvendo le dipendenze e installando il pacchetto che non era installato. L’errore evidenziato viene pertanto risolto con
# apt dist-upgrade
root@maurizio-minipcpn50:/home/maurizio# apt dist-upgrade
Reading package lists... Done
Building dependency tree... Done
Reading state information... Done
Calculating upgrade... Done
The following NEW packages will be installed:
exfatprogs fcitx-module-quickphrase-editor5 gcc-12-base
...
...
E’ bene precisare che questo soluzione potrebbe portare ad un sistema un po’ meno “stable” un po’ meno pulito. Ma visto che si sta usando la testing questa è una situazione un po’ inevitabile.
Talvolta in Gnome capita che il bluetooth passi a off e non ci sia verso utilizzando l’interfaccia grafica di renderlo attivo ( enabled )
Per risolvere non resta che agire a livello di terminale. La prima cosa da fare è controllare lo stato del servizio bluetooth
sudo systemctl status bluetooth.service
sudo systemctl status bluetooth.service
○ bluetooth.service - Bluetooth service
Loaded: loaded (/lib/systemd/system/bluetooth.service; enabled; vendor pre>
Active: inactive (dead) since Thu 2022-02-03 21:07:52 CET; 3min 3s ago
Docs: man:bluetoothd(8)
Process: 736 ExecStart=/usr/libexec/bluetooth/bluetoothd (code=exited, stat>
Main PID: 736 (code=exited, status=0/SUCCESS)
Status: "Running"
CPU: 266ms
...
come si può osservare alla riga “Active:” si legge chiaramente che il servizio èinactive (dead) si può avere “Active: “failed
sudo systemctl status bluetooth.service
○ bluetooth.service - Bluetooth service
Loaded: loaded (/lib/systemd/system/bluetooth.service; enabled; vendor pre>
Active: failed (Result= signal) since Thu 2022-02-03 23:07:17 CET; 1h 30s ago
Docs: man:bluetoothd(8)
Main PID: 14010 (code=killed, signal=SEGV)
Status: "Running"
CPU: 67ms
...
per risolvere non resta che riabilitare il servizio con i comandi tipici del demone systemd. systemd è oramai in quasi tutte le distribuzioni il controllore dei servizi e del sistema che in precedenza erano gestiti dal demone init ( SystemV init o SysV init). Per dettagli sul demone systemd fare riferimento al post:
Per risolvere possiamo usare il comando restart
sudo systemctl restart bluetooth.service
possiamo controllare lo stato del servizio ancora una volta con status
sudo systemctl status bluetooth.service
○ bluetooth.service - Bluetooth service
Loaded: loaded (/lib/systemd/system/bluetooth.service; enabled; vendor pre>
Active: active (running) since Thu 2022-02-03 21:23:14 CET; 9s ago
Docs: man:bluetoothd(8)
Main PID: 14078 (bluetoothd)
Status: "Running"
Tasks: 1 (limit: 37729)
Memory: 1.0M
CPU: 33ms
CGroup: /system.slice/bluetooth.service
└─14078 /usr/libexec/bluetooth/bluetoothd
...
Adesso anche in Gnome Setting si potrà osservare il bluetooth attivo.
Bluetooth – Pipewire
A proposito di Bluetooth sono attese modifiche a breve in molte distribuzioni grazie all'adozione del nuovo server audio PipeWire destinato a subentrare al server PulseAudio. Fedora 35 che è avanti in questo processo offre la possibilità di scegliere il codec bluetooth preferito. Adesso con i protoccoli 5.1 e 5.2 sono disponibili Cuffie bluetooth con bassa latenza intorno a 50ms che possono essere usate abbastanza comodamente da un organista per suonare Grandorgue ( gli organi reali con trasmissione elettrica possono avere latenza anche di 100ms).
Fedora 35
Come si può vedere in Output Device sono disponibili per il protocollo A2DP i codec SBC ( standard ) e quello AAC
Samba è un progetto open source per le piattaforme Unix e GNU/linux che fornisce servizi di condivisione di file e stampanti a client SMB/CIFS. Samba consente di ottenere interoperabilità tra Unix, Linux, macOS e Windows. L’attuale versione è la 4.xx.xx. I demoni disponibili nella suite sono: samba (ruolo di Domain Controller), smbd (condivisione dei file e delle stampanti), nmbd: (risoluzione dei nomi del NetBIOS negli indirizzi IP), winbindd (risolve le informazioni su gruppi ed utenti ).
Per installare samba in debian 11 bullseye
~$ sudo apt install samba
Installato samba possiamo controllare che il servizio sia correttamente avviato con
Adesso con il demone attivo sarà possibile utilizzare il servizio di condivisione samba. Per poter accedere alle cartelle condivise è preferibile creare gli utenti samba, impostandone la specifica password.
Creare gli utenti samba
Per aggiungere un utente samba è necessario disporre di un utente locale.
Un utente locale esistente può essere aggiunto al database degli users samba con smbpasswd:
smbpasswd -a username
:~$ sudo smbpasswd -a mira
New SMB password:
Retype new SMB password:
Added user mira.
Se si desidera creare un nuovo utente da usare come user samba si può generare un nuovo utente locale con adduser/useradd impostare la password e poi aggiungerlo a samba ( altre informazioni su Gestire gli users in Linux da terminale ). adduser più intereattivo è ad oggi preferibile.
maurizio@debian11:~$ sudo adduser betta
Adding user `betta' ...
Adding new group `betta' (1001) ..
Adding new user `betta' (1001) with group `betta' ...
Creating home directory `/home/betta' ...
Copying files from `/etc/skel' ...
New password:
Retype new password:
passwd: password updated successfully
Changing the user information for betta
Enter the new value, or press ENTER for the default
Full Name []:
Room Number []:
Work Phone []:
Home Phone []:
Other []:
Is the information correct? [Y/n]
creato il nuovo user impostare la password al solito
maurizio@debian11:~$ sudo passwd betta
New password:
Retype new password:
passwd: password updated successfully
quindi impostare anche la password per samba con il solito
maurizio@debian11:~$ sudo smbpasswd -a betta
New SMB password:
Retype new SMB password:
Added user betta.
samba condividere cartelle
Per gestire le risorse da condividere con samba editare il file di configurazione smb.conf.
sudo nano /etc/samba/smb.conf
La condivisione delle cartelle degli users è già predisposta ed è definita nella sezione [homes] che è ben commentata
:~$ nano /etc/samba/smb.conf
...
[homes]
comment = Home Directories
browseable = no
# By default, the home directories are exported read-only. Change the
# next parameter to 'no' if you want to be able to write to them.
read only = yes
# File creation mask is set to 0700 for security reasons. If you want to
# create files with group=rw permissions, set next parameter to 0775.
create mask = 0700
...
di default le home directories sono esportate in sola lettura
read only = yes
come indicato nel commento modificare yes per consentire allo user l’accesso anche in scrittura
read only = no
Organizzazione del blocco [homes] usata in passato e relativi parametri
La directory Biblioteca per condividere i files potrebbe richiedere l'assegnazione di opportuno proprietario (chown) e anche di opportuni permessi (chmod) :
mkdir -p /media/Biblioteca
chown -R root:users /media/Biblioteca/
per i permessi di scrittura modificare i permessi con chmod
chmod -R ug+rwx,o+rx-w /media/Biblioteca/
A proposito la directory Biblioteca potrebbe essere anche un mount remoto sshfs, esempio:
Quando si apportano modifiche al file smb.conf è necessario riavviare samba con :
systemctl restart smbd nmbd
volendo consentita anche la vecchia sintassi System V
service smbd restart
Test della connessione samba
Per testare una connessione samba si può utilizzare smbclient:
maurizio@debian11:~/mnt/condivisione/CASA$ smbclient -L localhost
Enter WORKGROUP\maurizio's password:
Anonymous login successful
Sharename Type Comment
--------- ---- -------
print$ Disk Printer Drivers
public Disk public share, no need to enter username and password
Biblioteca Disk Biblioteca
IPC$ IPC IPC Service (Samba 4.13.13-Debian)
altro esempio di vecchio test smbclient:
:~$ smbclient -L 192.168.1.146 -N
Anonymous login successful
Domain=[WORKGROUP] OS=[Unix] Server=[Samba 3.6.6]
Sharename Type Comment
--------- ---- -------
IPC$ IPC IPC Service (ubuSer1210 server (Samba, Ubuntu))
scambio-temp Disk condividi files e archivio temporaneo
archivio Disk Biblioteca - archivio
print$ Disk Printer Drivers
Mount da teminale di una connessione samba
Il mounting da teminale di una cartella remota condivisa utilizza smb avviene con un comando del tipo:
mount -t cifs -o username=bepi //192.168.1.153/codice /media/biblioteca
e possibile utlizzare l’opzione password= o pass= tuttavia, se non si ha la nìecessità di un mount permanente, meglio digitare la password solo su richiesta.
Esempio comunque di montaggio smb con inserimento della password
mount -t cifs -o user=bepi,pass=’%my.pass.’ //192.168.77.7/biblio /mnt/biblio
o
mount -t smbfs -o username=bepi,password=’%my.pass.’ //192.168.77.7/biblio /mnt/biblio
vsftp ( Veri Secure FTP ) è un server ftp efficace e veloce con poche richieste in termini di risorse e sufficientemente sicuro e vsftpd. L’installazione e la configurazione del server ftp da terminale è in genere agevole. Di seguito i comandi di base per installare e configurare vsftpd in Debian Stretch 8.xx .
Installare vsftpd con
sudo apt install vsftpd
Debian 11 utilizza ovviamente systemd come gestore dei servizi quindi si può controllare lo status del servizio con
non sembra avviato configuriamo poniamo listen a YES
netstat -npl | grep ":21"
tcp6 0 0 :::21 :::* LISTEN 14541/vsftpd
Con l’installazione di vsftp viene creato un nuovo user ftp e il gruppo ftp.
Configurare il server FTP
Il file di configurazione si trova in
/etc/vsftpd.conf
prima di modificare il file si può generare una copia di backup con
sudo cp /etc/vsftpd.conf /etc/vsftpd.conf.bak
Editiamo con vi o un editor di proprio gradimento
sudo vi /etc/vsftpd.conf
Mettiamo in ascolto e disabilitiamo IPV6
listen=YES
...
#listen_ipv6=NO
Accesso anonimo
L’accesso anomino al server ftp in Debian 9.xx è disabilitato (in altre versioni è consentito di default). Per consentire l’accesso anonimo editare vsftpd.conf
e cambiare anonymus_enabled=NO in :
anonymous_enabled=YES
La directory di default è:
/svr/ftp
L’upload da parte dello user anonimo non è consentito. Per abilitare la scrittura sul server togliere il commento a
write_enables=YES
e
anon_upload_enable=YES
per creare directories
anon_mkdir_write_enable=YES
Quindi riavviare il servizio vsftpd.
Debian 11.xx usa systemd come controllore dei sistemi e dei servizi. Il comando per il riavvio si vsftpd sarà pertanto:
sudo systemctl restart vsftpd
systemctl status vsftpd
● vsftpd.service - vsftpd FTP server
Loaded: loaded (/lib/systemd/system/vsftpd.service; enabled; vendor preset: enabled)
Active: active (running) since Fri 2019-08-09 13:12:51 CEST; 23s ago
Process: 774 ExecStartPre=/bin/mkdir -p /var/run/vsftpd/empty (code=exited, status=0/SUCCESS)
Main PID: 777 (vsftpd)
Tasks: 1 (limit: 4915)
CGroup: /system.slice/vsftpd.service
└─777 /usr/sbin/vsftpd /etc/vsftpd.conf
Nella directory /svr/ftp non è consigliato e non è consentito l’upload. Normalmente l’utente owner della cartella /svr/ftp è root group ftp i permessi sono
wrx w-x w-x
Quindi per consentire l’upload anonymous si può creare un directory ad esempio e il proprietario come ftp:ftp.
Debian Bullseye 11 and Ubuntu 22.04 will no longer use apt-key (apt-key deprecated) to manage the list of keys used by apt to authenticate packages. Therefore if you are using debian 10 testing (Bullseye) the standard procedure to import the Vivaldi specific repository key using apt-key will inevitably lead to the title warning.
To avoid the warning we can take the repository key in plain text format, convert it into binary gpg format and add it to the specific apt directory /etc/apt/trusted.gpg.d
below it is the warning about Vivaldi’s apt repository in debian bullseys (debian 10 testing) using apt-key. The warning that occurs when launching apt update is reported in full..
...
...
W: An error occurred during the signature verification. The repository is not updated and the previous index files will be used. GPG error: http://repo.vivaldi.com/stable/deb stable Release: The following signatures couldn't be verified because the public key is not available: NO_PUBKEY 793FEB8BB69735B2
W: Failed to fetch http://repo.vivaldi.com/stable/deb/dists/stable/Release.gpg The following signatures couldn't be verified because the public key is not available: NO_PUBKEY 793FEB8BB69735B2
W: Some index files failed to download. They have been ignored, or old ones used instead.
...
...
The warning is also preceded by the following error line :
Err:11 The following signatures couldn't be verified because the public key is not available: NO_PUBKEY 793FEB8BB69735B2
HandBrake: Open Source Video Transcoder, apprezzato programma multipiattaforma (Linux, Windows, MacOS) per la trascodificata video, attualmente è giunto alla versione 1.3.3 ( 16/06/2020 ) Per chi utilizza debian 10 stable il pacchetto disponibile è la versione 1.2.2 così descritto:
Package: handbrake (1.2.2+ds1-1) strumento versatile per estrazione di DVD e transcodifica di video (GUI GTK+) HandBrake è uno strumento versatile e facile da usare per convertire DVD e altri video in oggetti multimediali in formato H.264, XViD o Ogg. È particolarmente utile per creare video che sono compatibili con dispositivi video portatili, come gli iPod/iPhone Apple o la PSP Sony. Questo pacchetto contiene la variante grafica, ghb.
Format: I containers disponibili sono Matroska ( MKV ) e MP4 ( M4) e WebM
Convertire file .m4v in mp4
Se il codec video utilizzato è H264 il formato m4v può essere convertito nel più classico e diffuso .mp4 semplicemente rinominado l’estensione. In questo modo semplici NAS e media player potrebbero essere agevolati nello streaming del file multimediale.
Handbrake in genere non necessità di particolari impostazioni basta selezionare uno dei profili di destinazione tra i molti disponibili è premere il pulsante Start per avviare la conversione del file.
Presets: Sulla destra sono disponibili i diversi presets suddivisi in 3 categorie General, Web, Devices, Matroska e Production.
Benchè le impostazioni di default rappresentani in genere un ottimo tra qualità e dimensione del file ci sono diversi pannelli e schede per personalizzare la conversione.
Disponibile anche la funzione Preview. Nella scheda Dimension è disponible anche la funzione cropping.
Filter: La scheda filter consente di deinterlacciare un eventuale video interlacciato.
Video: la scheda consente di variare il video encoder oltre ad H.264 sono disponibili mpeg-2 e – mpeg-4 e VP3 Theora e di regolare il livello di compressione.
Audio: la scheda consente di agire per ogni traccia audio è possibile modificare l’encoder e la qualità agendo su compressione ( bitrate ) e Mix.
Le altre schede disponibili rigurdano i Sottotioli, i Capitoli e i Tags.
Dipendenze:
autoconf
automake
build-essential
cmake
git
libass-dev
libbz2-dev
libfontconfig1-dev
libfreetype6-dev
libfribidi-dev
libharfbuzz-dev
libjansson-dev
liblzma-dev
libmp3lame-dev
libnuma-dev
libogg-dev
libopus-dev
libsamplerate-dev
libspeex-dev
libtheora-dev
libtool
libtool-bin
libturbojpeg0-dev
libvorbis-dev
libx264-dev
libxml2-dev
libvpx-dev
m4
make
meson
nasm
ninja-build
patch
pkg-config
python
tar
zlib1g-dev
Dipendenze per QSV ( Intel Quick Sync Video dependencies ) (opzionale):
libva-dev
libdrm-dev
Dipendenze per l’interfaccia Grafica:
intltool
libappindicator-dev
libdbus-glib-1-dev
libglib2.0-dev
libgstreamer1.0-dev
libgstreamer-plugins-base1.0-dev
libgtk-3-dev
libgudev-1.0-dev
libnotify-dev
libwebkit2gtk-4.0-dev (libwebkitgtk-3.0-dev for Debian 9)
In aprile è stato rilasciata la nuova versione LTS di Ubuntu20.04 focal fossa . Di fattto è da tanto che utilizzo Debian e solo saltuariamente Ubuntu. Ubuntu nel tempo era diventato troppo instabile per i miei gusti e finestre come quella in basso veramente erano diventate troppo fastidiose e …
Tuttavia ubuntu ha sempre manifestato una maggior attenzione ai nuovi dispositivi pertanto mi sembra essere una scelta interessante per i dispositivi touchscreen. Attualmente da qualche tempo sto cercando ad utilizzarlo in un pc 2 in 1 come il bel Fujitsu Lifebook T936 una macchina del 2016. Purtroppo al momento l’esperienza con ubuntu 18.04 LTS con Gnome 3 è piuttosto frustrante.
Per correttezza infatti devo ammettere che in questo tipo di dispositivi con con il touchscreen, la modalità tablet, il login con impronta digitale e tante altre amenità windows 10 è decisamente più comodo e funzionale. Poi mi consola anche il palliativo della bash linux introdotta in windows 10.
Da linuxiano non posso desistere alla possibilità di utilizzare linux quindi in questo post mi avventuro nell’update della 18.04 installata alla nuova Ubuntu 20.04 LTS. Nel post pertanto i passaggi necessari per effettuare l’upgrade alla ubuntu focal fossa da terminale.
Ecco il risultato finale
Upgrade da terminale di Ubuntu 18.04 a 20.04
I comandi da terminale da lanciare non sono molti ovviamente trattandosi di una operazione piuttosto critica ci vogliono diverse precauzioni: backup, disabilitazione dei repository di terze parti.
Prima di avviare il passaggio di versione. Fare l’upgrade completo della versione 18.04 LTS
$ sudo apt update $ sudo apt upgrade
riavviare
$ sudo reboot
si può verificare la versione installata con
$ lsb_release -a No LSB modules are available. Distributor ID: Ubuntu Description: Ubuntu 18.04.4 LTS Release: 18.04 Codename: bionic
Possiamo salvare i dati importanti, effettuare un backup oppure anche clonare l’installazione 18.04 con clonezilla Nel blog anche c un utilizzo decisamente più sofisticato di clonezilla: CloneZilla – Clonare un hard disk su un disco più piccolo
Prima di passare all’upgrade possiamo pulire un po’ ubuntu con
sudo apt –purge autoremove
Verificare la presenza ed eventualmente installare l’ update tool di Ubuntu
$ sudo apt install update-manager-core
Adesso è possibile lanciare il comando per l’upgrade alla nuova versione
$ sudo do-release-upgrade
Se appare il messaggio
$ sudo do-release-upgrade Verifica un nuovo rilascio di ubuntu Non c'è alcuna versione in sviluppo disponibile di una LTS. Per avanzare alla versione non-LTS più recente impostare Prompt=normal in /etc/update-manager/release-upgrades.
forzare l’installazione dell’ultima versione LTS con l’opzione -d
LIFEBOOK-T936-U:~$ sudo do-release-upgrade -d
Verifica un nuovo rilascio di ubuntu
Scaricamento di:1 Firma dello strumento di avanzamento versione [1.554 B]
Scaricamento di:2 Strumento di avanzamento versione [1.342 kB]
Recuperati 1.343 kB in 0s (0 B/s)
autenticazione di «focal.tar.gz» con «focal.tar.gz.gpg»
estrazione di «focal.tar.gz»
Lettura della cache
Controllo gestore dei pacchetti
Lettura elenco dei pacchetti… Fatto
Generazione albero delle dipendenze
Lettura informazioni sullo stato… Fatto
Trovato http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu bionic InRelease
...
Calcolo delle modifiche
Avviare l'avanzamento di versione?
2 pacchetti installati non sono più supportati da Canonical. È
possibile continuare a ottenere supporto dalla comunità.
23 pacchetti stanno per essere rimossi. 352 nuovi pacchetti stanno
per essere installati. 1604 pacchetti stanno per essere aggiornati.
È necessario scaricare un totale di 1.251 M. Questo scaricamento
richiederà circa 14 minuti con la propria connessione.
L'installazione degli avanzamenti di versione può richiedere diverse
ore e non è possibile annullarlo in un momento successivo.
Continua [sN] Dettagli [d]s
...
Francamente non ho incontrato problemi nell’upgrade. Di tanto in tanto può capitare di vedersi richiedere l’upgrade di qualche file di configurazione. Niente di troppo problematico. In generale ho preferito l’upgrade alla nuova versione visto l’utilizzo previsto.
Dopo circa un’oretta e il successivo blocco di messaggi ci informa che siamo praticamente arrivati al termine dell’upgrade alla ubuntu 2004
Generazione albero delle dipendenze
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removing snap gnome-characters
removing snap gnome-logs
Ricerca di software obsoleto
Lettura informazioni sullo stato… Fatto
Rimuovere i pacchetti obsoleti?
280 pacchetti stanno per essere rimossi. 3 nuovi pacchetti stanno per essere installati.
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Continua [sN] Dettagli [d]
Qui purtroppo sono uscito. Più per errore che volutamente. Pertanto ho preferito riavviare e compiere l’ultimo step, la rimozione dei pacchetti in eccesso, con il classico.
$ sudo apt autoremove
L’upgrade ha richiesto senza backup circa un’oretta. L’installazione 18.04 era piuttosto “basica” questo ha sicuramente facilitato il processo.
Diversi add-on di Gnome sono lì perfettamente funzionanti la cosa mi ha fatto piacere. Non c’è stata perdita di dati. L’organizzazione è stata sostanzialmente conservata fatto non trascurabile. Purtroppo l’avvio è diventato un po’ lento. L’avvio di Windows è decisamente più rapido. Mi sa che dovrò provare una installazione pulita. Comunque vediamo se con gli aggiornamenti della LTS migliora qualcosa.
In modalità notebook Ubuntu Gnome 20.04 non è malaccio a parte la crescente richiesta di risorse che nelle nuove versioni linux sembra innarrestabile( che si voglia superare quella di windows? ). Il vero limite però è che manca una modalità tablet. Quindi anche se l’interfaccia sembra più attenta alle esigenze dei dispositivi touch molte continuano ad essere le funzioni di questo Fujitsu lifebook che ubuntu 20.04 non riesce a supportare in modo efficace.
Poi se parliamo di modalità notebook non posso non evidenziare che xfce4 è decisamente più reattivo di gnome.
Ubuntu focal fossa gnome + xfce4
Non me lo sarei mai aspettato ma dopo più di 10 anni mi tocca spendere alcune parole a favore della controparte. Windows 10 offre la doppia modalità tablet e desktop. Devo evidenziare che la modalità tablet è funzionale, veloce, stabile ( una conseguenza dell’introduzione dei surface). Personalmente ho posizionato la barra sul lato verticale sinistro così da porterla utilizzare comodamente con la mano sinistra. L’efficacia del touchscreen è visibile nel video in basso. Quanto si vede è realizzato utilizzando la modalità touch: senza la necessità di utilizzare la tastiera. Il desktop è stato registrato con il buon vecchio CamStudio. Software opensource free un po’ datato. Le registrazioni del desktop sono state assemblate con OpenShot in Debian 10. OpenShot è un editor multipiattaforma free e open source.
Alcune personali critiche a Gnome. La Tastiera a schermo è ancora troppo piccola e non molto funzionale. Il touch è migliorato ma non sempre risponde efficacemente. Registro situazioni al limite dell’instabilità. L’ingradimento e la rotazione dello schermo si attivano troppo facilmente portando a perdere il controllo del dispositivo. Il riconoscimento delle impronte digitali è assente. Sono convinto che tutto questo dipenda dalla mancanza dei driver specifici. La macchina in questione però è del 2016 pertanto si poteva sperare in un maggior supporto. Mi sa che per il momento dovrò continuare con windows 10.
Comunque vediamo se con gli aggiornamenti della LTS migliora qualcosa. Ho qualche dubbio…
Linux mette a disposizione diversi strumenti per conoscere i dispositivi hardware presenti in un computer. Anche se il terminale la fa da padrone esistono alcuni strumenti ad interfaccia grafica che consentono di ottenere queste informazioni in modo decisamente più amichevole.
Per un elenco dei programmi e dei comandi da terminale che consentono di determinare l’hardware di un computer si può fare riferimento alla pagina del blog: Come determinare l’hardware del pc – linux
Per quanto riguarda i sofware ad interfaccia grafica hardinfo è probabilmente il programma di riferimento per quanto attiene alle informazioni di un sistema linux . In XFCE è disponibile in System alla voce System Profile and Benchmark.
hardinfo – System Profiler and Benchmark
In fondo al post informazione aggiuntive su questo storico applicativo. Esistono comunque anche altri applicativi interessanti che gli utenti meno smaliziati potranno utilizzare ed apprezzare per determinare e controllare l’hardware del sistema in un pc/notebook linux. Fra tutti Cpu-X se non altro perchè cerca di essere l’equivalente su linux del noto programma gratuito windows CPU-X di CpuID .
CPU-X
CPU-X come detto vuole essere una trasposizione per linux del noto CPU-Z. CPU-Z è un software aggiornato di frequente per far fronte al rilascio di nuovi processori che oltre ad informazioni dettagliate sulla cpu, fornisce informazioni su chipset, motherboard, memoria e anche una sezione di benchmark. Il look essenziale è invariato da anni. Di sequito di seguito un confronto dei dati forniti dai due programmi quello per windows 10 CPU-Z ver 1.9.1.0 e CPU-Z per linux vers 3.2.4. I due programmi sono stati fatti girare sullo stesso pc quello descritto nel post X79-P3 – una motherboard X79 completa ben riconosciuta da Debian 10.xx Per precisione la versione linux utilizza è la debian-testing 10.x. Come si può notare il sistema dei tab e analogo le informazioni disponibili non sono proprio le stesse. Ovviamente vista la sua lunga storia CPU-Z è più completo e ricco di informazioni. Comunque anche CPU-X come il suo omologo è in grado di estrarre le informazioni in tempo reale adifferenza di hardinfo. In conclusione CPU-X é un programma che si fa apprezzare perchè ci sono molti dati direi che sono abbastanza coerenti con il suo omologo, i sistem di benchmark è come si può notare nelle immagini in fondo sono diversi.
CPU-Z X79-P3 CPU – Windows 10
CPU-Z X79-P3 CPU – Linux
CPU-Z X79-P3 Cache – Windows 10
CPU-Z X79-P3 Cache – Linux
U-Z X79-P3 MainBoard – Windows 10
CPU-Z X79-P3 Motherboard – Linux
U-Z X79-P3 Memory – Windows 10
CPU-Z X79-P3 Memory – Linux
CPU-Z X79-P3 System – Linux
U-Z X79-P3 Graphics – Windows 10
CPU-Z X79-P3 Graphics – Linux
U-Z X79-P3 Bench – Windows 10
CPU-Z X79-P3 Bench – Linux
U-Z X79-P3 About – Windows 10
CPU-Z X79-P3 About – Linux
U-Z X79-P3 Benchmark completo – Windows 10
CPU-Z X79-P3 Bench 12 Treath – Linux
Per installare l’ultima versione la 3.2.4 di CPU-X che è ospitato in github si può fare riferimento alla pagina
https://github.com/X0rg/CPU-X/releases/tag/v3.2.4
in debian 10 conviene utilizzare la versione portable che può essere scaricata con
$ cd CPU-X_v3.2.4_portable
$ sudo ./CPU-X_v3.2.4_portable.linux64
Per installare CPU-Z in debian testing è sufficiente digitare da terminale
$ sudo apt install cpu-z
La versione corrente di CPU-X la 3.2.4 è del gennaio 2019. Conviene in genere avviare la versione CPU-X ( Root ) che è disponibile nel menu System di XFCE
Status Pilatus
StatusPilatus è una interessante applicazione open source ad interfaccia grafica. Multipiattaforma è disponibile infatti per mac e win ha un look moderno. E’ in grado di fornire una visione d’insieme del sistema. I dati sui singoli componenti sono piuttosto essenziali mentre è privilegiata la parte relativa al monitoraggio. Applicativo è alla versione 0.5.0 merita comunque di essere provato e mostra interessanti spazi di sviluppo. La pagina per il download è https://github.com/PilatusDevs/StatusPilatus/releases/tag/0.5.0
In debian può essere agevolmente installata scaricando il pacchetto specifico di circa 60MB
in xfce4 si va a posizionare nel menu Office. Situazione un po ‘ stravagente …
Hardinfo
L’ immagine di seguito è uno screenshot di più di 5 anni fa. Questo evidenzia come l’organizazione di questo programma non sia sostanzialmente cambiata nel tempo. La versione disponibile infatti è la 0.6 alpha che risale a qualche anno. Le informazioni in diverse sezioni più complete dei programmi citati in precedenza. Tuttavia ad esempio quelle relative al processore non sono aggiornate in tempo reale come avviene in CPU-X così da consentire di ottimizzare le prestazioni o diagnosticare problemi.
Per installare System Profile e BenchMark da terminale si digita:
$ sudo apt install hardinfo
Per avviarlo da terminale si digita il nome originale preferibilmente utlizzando l’utente root così da avere più informazioni